Come Viaggiare per un Anno con 5.000 €

Creato il 02 giugno 2014 da Angelozinna

A chi è capitato di leggere il mio inutile ma matematicamente perfetto resoconto del 2013, saprà già che per un anno in viaggio ho finito per spendere 6.445 €. Questa cifra però, ha incluso dei costi accessori che normalmente non esisterebbero: a Giugno, mentre mi trovavo in Thailandia, il mio computer portatile si è fuso e ne ho quindi comprato uno nuovo per 539 €, e più tardi, a Settembre, ho deciso di regalare un biglietto aereo a mio padre avendo avuto i primi guadagni consistenti da questo sito e altre attività su internet, spendendo 545 €. Escludendo questi costi, per un anno intero in viaggio, ho quindi speso 5.361 € totali, che includono tutto, dai visti alle spese di prelievo bancario, dai treni ai taxi, dalle numerose notti nelle bettole indiane ai rari letti di un hotel vero e proprio. Includono tutto tranne il primo volo, comprato mesi in anticipo, che da Wellington mi ha portato al Timor Est. Facendo i conti per la prima volta dopo mesi sono rimasto sorpreso io per primo, non solo di essere rientrato nel budget previsto, ma di averlo addirittura ridotto.

Certo, 5.000 € non crescono sugli alberi. Non è una cifra minima e per i più non è facile renderla disponibile per viaggiare. Ma non è neanche stratosferica. Non è irraggiungibile. Non richiede anni di lavoro. È sicuramente meno di quanto si spende stando a casa. A me, ad esempio, sarebbe bastata a malapena per l’affitto in Nuova Zelanda in un appartamento minuscolo e condiviso, con un resto con cui non sarei riuscito a comprare una pizza.

5.000 € sono meno di 450 € al mese, poco più di 100 a settimana. Si può viaggiare con così poco? Sono abbastanza per comprare l’esperienza di una vita? Si può riuscire a fa durare i propri risparmi così a lungo? Sì. Ecco come:

Sii Disposto a Farlo

Alzi la mano chi non sarebbe disposto a partire domani per un anno di vacanza. Bene, quello che attende chi parte con poco più del minimo in tasca è qualcosa di un po’ diverso. Non è per tutti. Non è sempre facile. Non è sempre piacevole. Non è necessario. La maggior parte delle persone preferirà mettere da parte la stessa cifra e spenderla in un lasso di tempo più breve, magari in uno, due o tre mesi. Ha perfettamente senso: in questo modo possono essere incluse comodità altrimenti da evitare, ci si può lasciar andare più spesso e partecipare ad attività interessanti. Non importa viaggiare per un anno intero (e nessuno sta cercando di convincerti a farlo). Sei mesi sono abbastanza. Se, però, c’è qualcuno per cui viaggiare è la priorità, una priorità che va oltre il sentirsi a proprio agio, oltre la ricerca dello svago, oltre la visita alle attrazioni, allora la possibilità c’è. Chi viaggia perché viaggiare lo fa star bene e non perché spera di trovare qualcosa, chi viaggia senza aspettative, chi non ha bisogno di tutti gli accessori che il turismo ha da offrire, può farlo con 100 € a settimana.

Scegli Bene la Tua Meta

È ovvio, non ovunque è possibile muoversi con così poco. Le opzioni però non mancano, con alcune destinazioni in cui con il nostro budget si può fare molta strada, mentre in altre è necessario qualche sacrificio in più. Con i miei 5.000 e qualcosa euro, nel 2013 ho attraversato otto paesi. La regione che ho scelto è stata l’Asia meridionale, dove il costo della vita è basso e potevo gestire più facilmente le spese pur viaggiando sempre in modo indipendente. Lo stesso non sarebbe probabilmente possibile in Europa, ma utilizzando, ad esempio, servizi come Couchsurfing, WWOOFing, Work Away, HelpX o AuPair oppure scegliendo di muoversi in bicicletta piuttosto che in treno, campeggiare piuttosto che dormire in ostello, anche in un paese del primo mondo i costi possono essere ridotti al minimo.

Chi parte per un giro del mondo spesso lo conclude in sei mesi o poco più. Questo però non è un viaggio del genere, e viaggiare a budget limitato significa anche limitare l’area che si intende navigare ad una regione precisa. Visitare trenta, venti, o anche i miei otto, paesi in un anno vuol dire toccarli, dire di esserci stati, ma non conoscerli davvero. Dato che il tempo è nostro favore perché non sfruttarlo per approfondire e assorbire ciò che un paese ha da offrire? Nello scegliere la meta del proprio viaggio, oltre a considerare i costi e le possibilità di tagliare il superfluo è bene ricordarsi che meno è meglio.

Non Volare

Volare è comodo per chi non ha tempo, ma per chi si è conquistato questo lusso che senso ha perdersi tutto quello sta tra A e B? Volare può, in alcuni casi, costare meno che coprire lunghe distanze via terra o mare, ma noi non siamo qui per coprire lunghe distanze tutte in un colpo. Dopo l’a volte necessario volo iniziale, ridurre la distanza tra una tappa e l’altra aiuta a dilure i costi di viaggio nel tempo e permette di vedere località intermedie che di solito vengono saltate. Viaggiare con i mezzi pubblici in paesi in via di sviluppo costa sempre poco, talmente poco che nessuna compagnia low cost può batterne i prezzi. Anche quando volare sembra costare il giusto, è bene ricordarsi di tutto ciò che c’è intorno: arrivare all’aeroporto e poi dall’aeroporto alla città, il costo dei bagagli e di quel pasto al quadruplo del prezzo che tanto si finisce sempre per mangiare durante l’attesa. Non è un modo economico di muoversi, non è sostenibile, non è interessante. È veloce, ma cosa importa?

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Viaggiare da soli è senza dubbio più costoso che viaggiare in coppia o in gruppo. Condividere è fondamentale per chi vuole spendere il minimo. Io non sarei qui a scrivere questo articolo se avessi viaggiato sempre da solo. Una camera singola costa sempre di più che una doppia per persona, un taxi, un tuk tuk o un risciò hanno lo stesso prezzo se utilizzati da soli o in più persone ed è più facile ottenere qualsiasi sconto quando si contratta per un acquisto multiplo. Condividere però non significa per forza dover partire con altre persone, o meglio, viaggiare da soli non significa essere soli. Conoscere persone in viaggio è facile, bisogna saper approfittare delle occasioni e trovare compagni in situazioni simili.

Rallenta

Viaggiare via terra è già un modo di rallentare. Ma a volte non basta. Prendersi qualche giorno in più durante ogni tappa aiuta a schiacciare i costi e suddividerli in tempi più lunghi. Spesso, quando mi fermo per 10 giorni in luoghi in cui altri turisti ne passano al massimo un paio, sembra, sia a me che a loro, una perdita di tempo. Un viaggio a lungo termine però non è un tour, non è un programma da completare. Inseguire la scaletta delle attrazioni per dodici mesi consecutivi è stancante e non ha alcun senso. Può andare bene per chi ha poche settimane a disposizione, ma per chi ha fatto del viaggio una parte della propria vita andare piano è il minimo che si possa fare per riuscire ad assorbire ogni esperienza e anche prendersi cura di sé stessi, non dimenticare che c’è altro oltre alle foto davanti ai monumenti. Rallentare permette sì di risparmiare, ma anche di recuperare quando ce n’è bisogno, di approfondire le nuove conoscenze, mantenere i contatti e organizzarsi in modo appropriato.

Quando Rallentare Non Basta, Fermati

Ci sono luoghi in cui andare piano non basta per abbassare le spese sotto il livello necessario. Il mio primo mese in Thailandia sono saltato da un’isola all’altra alla ricerca della spiaggia perfetta. Questo è costato più di quanto avessi in mente di spendere, ma non è stato un problema, perché durante il secondo mese ho affittato un appartamento e ho piantato radici a Chiang Mai. Il motivo non erano solo i soldi, ma anche il tentativo di osservare un luogo da una prospettiva differente, capire come ci si sente a vivere in Thailandia piuttosto che a visitarla. Non muovendomi, conoscendo meglio la città e pagando un affitto ridicolo ho pareggiato i conti con il primo mese. Questo mi ha inoltre dato la possibilità di recuperare con alcuni progetti personali e definire meglio le tappe successive. Capita spesso di incrociare luoghi che sentiamo abbiano di più da offrire che un altro tempio o un museo, e fermarsi per un tempo prolungato è una buona scusa per apprezzare meglio il posto e scavare al di sotto della solita superficie.

Viaggiare a lungo termine può anche essere vista come un’attività del tutto diversa da quella che si immagina. Per chi predilige l’esperienza fermarsi non è altro che viaggiare ad un ritmo differente. Se ciò che detta i propri spostamenti non sono i luoghi da vedere ma le opportunità di lavoro o apprendimento, sono un sacco le cose che si possono fare con pochissimi soldi a disposizione. L’esempio classico è lo scambio di lavoro volontario in cambio di vitto e alloggio, comune in Oceania, che permette di tagliare ogni costo, vivere in luoghi diversi per poche settimane, conoscere molte persone e magari anche imparare qualcosa.

Smetti di Bere

Niente incide sul budget quanto l’alcol e niente è più difficile da controllare dei propri vizi. Pur sembrando economica, una birra in un paese del terzo mondo costa facilmente quanto due o tre pasti al ristorante. In Oceania tre birre sono una notte d’ostello. Bere è la rovina di chi vuole viaggiare con poco e per questo è da evitare. In fondo se è per svegliarsi la domenica mattina in uno stato di amnesia che siamo partiti, non era meglio stare a casa? Ci sono ovviamente delle eccezioni, delle occasioni in cui una serata tra compagni di viaggio vale più del viaggio stesso, ma basta sapersi regolare e includere tutto nelle spese previste. Per ridurre veramente al minimo ogni spesa basta in realtà seguire una sola regola: bere solo acqua. Anche una lattina di coca dopo l’altra a fine anno formerà probabilmente il budget di un mese, ma a sua volta essere troppo estremi può diventare stressante e creare distrazione, bisogna saper giudicare quando e se ne vale la pena.

Stai Leggero

Il mio zaino pesa oggi ha 40 litri di capienza e pesa 12 kg. Troppi. Idealmente vorrei rimanere sotto i 10, ma dopo un anno in viaggio si accumulano cose che si finisce per portarsi dietro ovunque e di cui é difficile liberarsi. 12 kg però rimane un peso accettabile, molto diverso dai 17 o 18 che la mia schiena doveva subire qualche anno fa. Rimanere leggeri da maggiore libertà di movimento, permette di camminare invece di prendere un taxi, saltare sull’ultimo treno in partenza e risparmiare una notte in albergo, visitare una città tra una fermata e l’altra e così via. Avere sulle proprie spalle solo l’essenziale inoltre abitua a vivere in modo semplice e rende normale non aver bisogno di niente che non sia necessario.

Mantieni un Diario dei Costi e Impara ad Integrare nel Budget le Spese Occasionali

Ammetto di aver perso l’abitudine di segnarmi ogni spesa in un quaderno a fine giornata, ma non c’è pratica più utile per chi si preoccupa di mantenere sotto controllo il proprio conto in banca. È di grande aiuto in diversi modi: serve a capire quali spese sono giornaliere, quali settimanali e quali mensili, permette di individuare dove siamo più propensi a cadere e a notare i tagli possibili. Prima di partire mi ero dato un budget di poco più di 20 € al giorno e mi sembrava facile rientrarci pensando di poter spendere 7 € per dormire, 7 € per mangiare e 7 € per i trasporti. In realtà, la suddivisione era di rado così equa e a fine mese c’era sempre un visto, oppure delle spese di prelievo dagli sportelli bancari che si accumulavano, oppure dei costi accessori che si mescolavano al totale facendo confusione. Appuntandomi le spese ho imparato ad organizzarmi meglio e pensare in modo diverso. Intanto se il budget è 20 €, so che ogni giorno voglio spenderne al massimo 15. Il resto servira ad includere quelle spese in più che prima o poi si presentano sempre alla fine del mese. Sapendo di poter spendere 15 però, cercavo di spendere 10. Perché non si sa mai cosa può capitare o chi si può incontrare a fine giornata, per cui quei 5 € in più possono tornare utili. Facendo ordine ho perso lo stress, ho risparmiato tutte le volte che gli imprevisti non si sono presentati e ho capito meglio quando era necessaria una sosta o, all’opposto, quando potevo uscire per una pizza.

Lascia Aperti i Piani

Qualcuno dice che organizzando tutto in anticipo si risparmia, ma per me non è mai stato così. Non ho mai prenotato niente in anticipo e ho di rado viaggiato con una guida in mano. Questo perché i consigli di chi ho incontrato e le situazioni in cui mi sono trovato hanno finito per dare forma a buona parte delle mie decisioni. Lasciare aperti i piani significa darsi delle possibilità in più, se queste appaiono. Legarsi ad un programma prefissato, anche solo nella propria testa, è un limite ed un rischio, mentre lasciarsi influenzare dagli eventi rende sia il viaggio, sia chi lo intraprende, più ricchi, in tutti i sensi. A volte ci si troveranno di fronte degli ostacoli, ma questo fa parte del gioco, è il motivo per cui partiamo.

A livello pratico prenotare non sempre è un vantaggio. In Asia mi sono reso conto che le guesthouse che si promuovono su internet, che vengono pubblicate nelle guide, che sono molto recensite, non sono quasi mai le più economiche. Le strutture piccole, a gestione familiare e trovate per caso o su raccomandazione altrui spesso non sanno cosa sia il marketing, ma altrettanto spesso questo significa un costo ridotto.

Viaggia di Notte

Se tra una tappa e l’altra ci sono più di otto ore si strada, vale la pena cercare un autobus o un treno che viaggi di notte, per risparmiare sull’albergo o l’ostello.

Mangia Locale, Bevi Locale

È scontato dire che mangiare dove mangiano i locali è sempre una sicurezza, ma ogni luogo ha i suoi usi e non sempre questo è così diretto. Dove lo street food è diffuso la vita di chi viaggia è la più facile, ma dove la popolazione locale non usa mangiare fuori se non in occasioni speciali, può diventare più difficile uscire dai circuiti turistici. Mangiare con poco comunque non è mai difficile, se un paese è povero mangiare avrà un costo minimo e se un paese è ricco ci sarà sempre un ostello con una cucina. Per quanto riguarda il bere invece è forse necessario qualche sforzo per cambiare le proprie abitudini: se si guarda al costo la prima cosa da evitare all’estero è il caffè. Mentre in molte nazioni, in Birmania o in Cina ad esempio, il tè è servito gratuitamente al tavolo, un espresso costa facilmente più di un pasto intero. Seguire le usanze locali diventa quasi più importante che segure le persone locali e capire cosa ha senso comprare e cosa no è il primo passo verso mesi di viaggio.

Non Convertire

Convertire all’Euro è un pericolo, tutto sembrerà costare poco. La mia valuta internazionale è stata a lungo un Pad Thai, che costa un dollaro per strada. Se vedevo una maglietta al mercato non costava più 10 €, costava 13 Pad Thai, cioè 13 pasti. Preferisco mangiare per una settimana o comprare una maglietta che non mi serve? Mangiare, non c’è dubbio. Ogni prezzo va messo in relazione al luogo in cui ci si trova, ciò che costa poco in Italia non importa, perché non siamo più in Italia. Saper prendere le misure aiuta a non farsi fregare e comparare ogni prezzo in modo realistico con ciò che conta davvero.

Tutto Fa la Differenza, Niente Fa la Differenza

In un periodo così lungo ogni dettaglio incide sul budget. Si potrebbe facilmente ridurre sotto i 5.000 € scegliendo la destinazione più economica e seguendo lo stile di vita più frugale. In fondo sono pochi i paesi del terzo mondo in cui il reddito annuo arriva a questa cifra. Tutto si accumula e per questo ciò che non è necessario diventa un extra. Pensarla così però è anche pericoloso, può portare allo sfinimento eliminare ogni minima cosa in più e soprattutto porta a concentrarsi così tanto sul budget da perdere di vista il viaggio stesso. Si può viaggiare con poco, si può viaggiare con niente, ma bisogna capire quando ne vale la pena e saper dare il giusto valore a ciò di cui sentiamo di aver bisogno. Scegliere di mangiare in un ristorante ogni tanto invece che forzarsi a mangiare in piedi, in mezzo al traffico, da una bancarella, per 365 giorni di fila è questione di sanità mentale. Così è optare per un hotel decente quando serve o lasciare i vestiti in lavanderia quando cominciano a camminare da soli o prendere un biglietto di seconda classe invece che di terza. Bisogna sapersi conoscere e se un caffè al mattino è ciò che ci rende felici, anche se a fine anno avremo speso qualche centinaio di euro in più, qual è la differenza? Nel mio anno in Asia ho incluso tutto questo, ho stretto la cinghia quando ce ne era bisogno e ho buttato via i soldi quando mi andava di farlo. Non ha senso fare altrimenti, guardare solo al prezzo.

Se Vuoi, Puoi

Quante volte l’ho già detto? Mi ripeto perché questo è, alla fine dei conti, l’unico concetto che serve accettare. È inutile trovare scuse, ci sono troppe cose inutili per cui buttiamo via i soldi e con un occhio di riguardo ci si può preparare a qualsiasi viaggio. I soldi sono solo una delle variabili, sicuramente non la prima. A volte ci vuole più pazienza di altre, ma con la giusta dose di determinazione si può arrivare lontano. Ovunque. La decisione iniziale è il passo più difficile e superato questo la strada è in discesa. Una volta per strada si trova sempre un modo per andare avanti, e anche se non si trova averci provato ha molto più valore che aver rimandato alla pensione. Non importa se si decide di tornare a casa dopo un mese, un anno o mai più, non partire significa non aver mai scelto, non essersi mai scontrati con la realtà.

Usando queste dritte nel 2013 ho speso poco più di 5.000 €. Ho viaggiato in Timor Est, Indonesia, Malesia, Borneo, Brunei, Thailandia, Laos, Birmania e India. Ho viaggiato per lo più in coppia, in solitaria solo nel periodo iniziale. Ho percorso quasi tutto l’itinerario via terra, volando solo quando non c’era altra possibilità. Mi sono spostato sempre e solo con i mezzi pubblici, mentre quando ho dovuto prendere l’aereo ho volato con Air Asia. Non ho mai fatto Couchsurfing e non ricordo di aver mai ottenuto niente in modo gratuito. Questo significa che il mio è stato un modo di viaggiare abbastanza regolare, ed essendo creativi è possibile tagliare ancora i costi o annullarli addirittura. Nel 2014 sto continuando a viaggiare nello stesso modo e prevedo di spendere circa la stessa cifra.


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