Hanmade Journal by Traci bautista treicdesignsdigitals.com
Io ho sempre tenuto un diario in cui annoto i miei pensieri e sensazioni {tengo anche un diario per il blog e uno artistico}. Sfogliando i vecchi diari e quaderni, non serve nemmeno leggere le mie parole per capire come mi sentivo in quel periodo, basta guardare la forma: il colore dell’inchiostro usato {il rosso non è mai un buon segno!}, la grandezza dei caratteri tracciati, i ghirigori schizzati soprappensiero, quante righe saltavo tra un paragrafo e l’altro.... tutto parla di me.
In un certo senso sono in analisi da un vita. Infatti, alterno momenti in cui sono particolarmente logorroica e affogo puntualmente le povere pagine bianche di parole quasi vomitate di getto a periodi in cui sono telegrafica e annoto esclusivamente cose importanti delle quali non voglio dimenticarmi mai.
Qual’è la conclusione? Per me è fondamentale ascoltarmi, far tacere tutti gli altri pensieri che scorrono senza meta straripando continuamente gli argini e dare spazio alla mia vocina più profonda, al mio io più nascosto che molte persone ignorano, ahimé.
A questo punto entra in mio soccorso la meditazione ed ecco che arriviamo al Buddismo che, badate bene, io non intendo come religione bensì come lo stile di vita che più si adatta alle mie necessità e al mio modo d’essere.
Lo stato mentale in cui mi sento meglio è la tranquillità, e la tranquillità mi permette di essere allegra, me stessa.
Penso sia la stessa cosa per tutti noi. Chi non vuole sentirsi tranquillo e sereno? Chi non vorrebbe stare bene?Eppure molte persone, anche chi mi sta accanto, non fanno assolutamente niente per stare bene, non ci provano nemmeno, non si aprono alla possibilità di essere i padroni dei loro pensieri ed emozioni.
No, preferiscono di gran lunga rimanere schiavi degli altri. Da cosa lo si capisce?Esempio pratico casalingo. Arriva mia mamma e dice “tuo padre mi ha fatto arrabbiare.... blablabla”.
Ecco, a me questo non capita. Gli altri non mi fanno arrabbiare, non mi fanno innervosire, non mi buttano giù, non mi rendono triste.... sono io che decido come stare e decido di non dipendere dagli altri.
Non pensiate che basti decidere e avvenga tutto per magia. Certo ho dovuto lavorarci molto su questa cosa e se intendete provarci non sarà un processo facile. Infondo, sono cresciuta in una famiglia nella quale, inconsciamente o meno, ci si colpevolizza l’un l’altro della propria felicità o in caso contrario, dell’assenza di felicità.
Bisogna allontanarsi dagli schemi mentali coi quali siamo stati cresciuti e che ci vengono imposti dalla società e incominciare a pensare con la nostra testolina!
Tornando all’esempio di mia madre, lei è ancorata a questo stato mentale “lui mi fa sentire così e allora io sono così”. Nulla di più sbagliato. Io so chi sono e non permetto a nessuno di dire il contrario.
Solo che per sapere chi si è veramente, bisogna saper ascoltare quella famosa vocina interiore alla quale accennavo prima. Se non so chi sono io, chi voglio essere, dove voglio andare e come voglio stare, non mi resta che ascoltare quello che mi dicono gli altri. {gli altri mi dicono che sono giraffa e allora mi sento giraffa}
Vi assicuro che quando si è capito una volta per tutte che abbiamo potere solo su di noi e non sugli altri, il resto verrà da sé. Mi spiego meglio, la libertà di agire e pensare è un nostro diritto fondamentale.
Quindi, almeno che io non abbia la capacità di ipnotizzare le persone, non ho alcuna possibilità {e nemmeno il diritto} di farle agire come vorrei io.
A me queste cose sembrano logiche. Allora perché ci sono persone che trascorrono la loro vita cercando inutilmente di cambiare gli altri o ancora peggio, lamentandosi di come gli altri li facciano sentire?
Sarebbe molto più facile cambiare il nostro modo di pensare, percepire gli altri e vivere le situazioni. Non trovate?
Se la libertà di pensiero é una cosa sacro santa insita in me, perché non scelgo liberamente e coscientemente di non essereinfluenzata dagli altri? E visto che IO voglio scegliere liberamente, perché dovrei dire agli altri come comportarsi? E poi, come dovrebbero comportarsi? Come farei io? Chi lo dice che il mio modo di pensare è quello giusto?
Non sarebbe più facile fare un lavoro su noi stessi e decidere volontariamente come e quanto vogliamo essere condizionati da chi ci sta intorno?
Vi assicuro che lasciando che le cose ci scivolino addosso si vive molto meglio e si risparmia un sacco di tempo ed energie che possiamo investire nella nostra crescita personale, spirituale e nel conoscerci meglio.
In pratica, le cose che vi rivelo di me questa settimana sono queste:
31. Mi piace pensare con la mia testa, analizzare, vagliare, capire da dove vengono le cose che uso, mangio, leggo, come sono fatte e chi le ha fatte. E se non mi convincono questi ultimi due aspetti, provo a farmele da sola. 32. Ero una persona scontenta e pensavo che lamentandomi e denigrando gli altri mi sarei sentita meglio ma mi sbagliavo. 33. Ho iniziato solo qualche anno fa a pensare di più a me stessa e a guardare dentro di me e mi chiedo come ho fatto a vagare appisolata per tutti quegli anni. E perché nessuno mi ha detto che c’era un altro modo di vivere? 34. Ho deciso che razza di persona voglio essere e lotto tutti i giorni contro gli schemi mentali che mi hanno inculcato per essere una persona migliore di quella che sono oggi. 35. Scelgo di non causare la sofferenza e la morte di alcun essere vivente. Di conseguenza, non mangio carne di animali morti ammazzati, non schiaccio nè pesto nessun animaletto, non uso alcun tipo di veleno, non mi spalmo addosso alcun prodotto che è stato testato su un essere senziente e non accondiscendente, non frequento circhi, acquari e zoo {ci sono stata ma uscivo sempre piena di tristezza}, non raccolgo fiori, non uso il miele nè la lana nè la seta..... 36. Cerco tutti i giorni di non farmi influenzare dalla tele, dalla radio e dai giornali. 37. Scelgo di non parlare delle persone non presenti se non in modo costruttivo. 38. Cerco di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. 39. Scelgo di sforzarmi e mettermi nei panni altrui prima di parlare e agire. 40. Abuso del perdono e della compassione verso tutto ciò che mi circonda.
La strada è ancora lunga e tutta in salita ma almeno io ci provo. E voi?