Partenza rigorosamente in orario, tutto perfetto.
Durante l'avvicinamento all'aeroporto di destinazione (JK) il comandante informa che che sta funzionando solo una pista, benché il traffico sia elevato ed il tempo buono. A causa del traffico, favoriti dalla clemenza del tempo, era opportuno aprire tutte le piste utili, cosa che non venne fatta.
Si inizia così il giro tondo in attesa che si liberi una pista. Quindici minuti dopo viene autorizzato l'atterraggio, e l'aereo finalmente giunge a terra, rulla e si ferma. Il comandante, con la gentilezza che contraddistingue questa categoria di lavoratori, informa che si attende la liberazione di una posizione.
Altri dieci minuti di attesa, liberata una posizione l'aereo giunge al punto di sbarco, ma qui nuovo avviso. Non ci sono operatori (uomini paletta) per orientare il pilota. "Solo" 5 minuti e ne giunge uno, correndo, palesemente scocciato, sbracciando i due segnalatori, uno per mano.
La posizione disponibile è l'ultima, non serve fingere, è localizzata di fronte alla Uscita 5 dell'aeroporto. Finalmente si scende, per salire sull'autobus, che deve condurci al Terminale. Ma l'autobus la pensa diversamente, arranca faticosamente e trenta secondi dopo si blocca a venti metri dal punto di partenza.
I viaggiatori sono a terra, in mezzo ad uno spiazzo pieno di aerei in manovra, mezzi portabagagli, autocarri pieni di benzina, nel principale aeroporto della Capitale di un paese che sarà teatro della Coppa del Mondo e dei Giochi Olimpici.