Il film è stato, anche dalla critica meno togata, piuttosto sottovaluto e troppo frettolosamente etichettato come sottoprodotto di serie B. Se da un lato è vero che Commando femminile non è certo un titolo memorabile, considerati i numerosi fattori sconclusionati che lo difettano, d’altra parte non si può ignorare che il prodotto finale, ci propone una sottile parodia di Rambo e dei celebri successi targati Cannon all’interno di un’atmosfera spensierata e grottesca.
Più che la vicenda action, difatti, il film punta sulle sexy protagoniste che indossano divise simili a quelle della Fenech nelle pellicole militari, inquadrate in tutto il loro splendore sia durante l’addestramento (che occupa momenti sostanziosi del metraggio totale) sia durante la missione, che svolgendosi in un Paese tropicale verrà portata a termine dalle ragazze non in tuta mimetica, ma ovviamente in bikini.
L’autoironia del film, sia chiara, resta sempre esplicita e dichiarata. Il film in Italia fu replicato a oltranza dalle emittenti private anni ’80 e ’90, per poi scomparire inspiegabilmente dalla circolazione. Mi auguro con tutto il cuore che qualche responsabile palinsesto di buona volontà possa, nell’oscurità di un magazzino TV, favorire una “passaggio” notturno – anche fugace – di questa perla del sexy-action.