commenti ai libri: LA FIGLIA DEL SILENZIO

Creato il 15 novembre 2011 da Sarabooklover
Ecco la mia recensione al libro "La figlia del silenzio" di Kim Edwards
Titolo: La figlia del silenzio
Autrice: Kim Edwards
Traduzione: Luciana Crepax
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: Maggio 2007
prezzo: 18,60
Pagine: 412
ISBN: 9788811686002
Formato: cartonato con sovracopertina
Sinossi: Lexington, 1964. Sulla città infuria una tempesta di neve. È notte quando Norah Henry avverte le prime doglie: è impossibile raggiungere l'ospedale e suo marito David decide di far nascere il bambino con l'aiuto di Caroline, la sua infermiera. Norah partorisce due gemelli: il maschio, nato per primo, è perfettamente sano, ma i tratti del viso della bambina rivelano immediatamentela sindrome di Down. Travolto dalla disperazione, David affida la piccola a Caroline, ordinandole di rinchiuderla in un istituto. A Norah, sedata dall'anestesia durante il parto, dice che la bambina è morta. Ma Caroline non può abbandonare la piccola Phoebe. Con un coraggio che non credeva di avere, fugge in un'altra città, determinata a prendersi cura della bambina e a conservare un segreto che solo lei e David conoscono. Un segreto che nel tempo si farà sempre più insopportabile e, come una piovra, allungherà i suoi tentacoli sulla vita di David e della sua famiglia: lui, ossessionato dal senso di colpa, ma incapace di affrontare la realtà, Norah, inconsolabile per la figlia che crede morta, e Paul, il fratellino di Phoebe, che cresce in una casa piena di dolore. Intanto Caroline vivrà con gioia l'inaspettata maternità ma dovrà affrontare anche molte difficoltà: Phoebe è vivace e sensibile ma i suoi problemi e i pregiudizi che la circondano costringeranno Caroline a combattere una dura battaglia contro il mondo. Fino al giorno in cui i destini delle due famiglie torneranno a incrociarsi...
Commento: A volte ci troviamo davanti a bivi che cambieranno il corso della nostra vita. Dalla nostra scelta potrebbe dipendere non solo il nostro futuro, ma anche quello delle persone che amiamo. E' quello che accade a David, dottore e neopadre, che in una notte durante una bufera di neve assiste al parto della moglie. In clinica ci sono solo lui e l'infermiera, nessun altro. E quando scopre che i bambini sono due, un maschio e una femmina, e che la femmina ha la sindrome di down, si trova da solo ad affrontare tutte le sue paure. Sono gli anni '60 e la sindrome di down è ancora poco accettata dalla società. David, nei minuti che seguono il parto, decide di proteggere sua moglie, di non darle dispiaceri e si prende la responsabilità di fare una scelta senza neanche interpellarla credendo che sia la soluzione migliore per tutti. Affida la bambina all'infermiera, le ordina di portarla via, lontana, in qualche istituto apposito, che sua moglie non lo deve sapere mai. Ecco la scelta che gli cambierà per sempre la vita. Una scelta che innescherà una serie incessante di bugie, una più grande dell'altra per nascondere quel terribile segreto per il quale ormai non si può più tornare indietro. David agisce d'impulso, non pensa "all'effetto onda", alle ripercussioni sulla sua vita futura. Ripercussioni che lo porteranno a chiudersi sempre di più in sé stesso, innalzando una barriera tra lui e la sua famiglia. La moglie che sembra ossessionata da questa figlia "nata morta" (o così crede); il figlio che privato dalla sua gemella cresce con troppa pressione addosso, come se dovesse dimostrare di valere per due. Tutti i buoni propositi famigliari di David sembrano essere destinati a fallire, la scelta presa lo tormenterà per sempre. E intanto Phoebe, la bambina down, crescerà ignara di tutto in un "universo parallelo".
Prima di affrontare questo libro mi ero immaginata, come penso anche molti altri lettori, che l'argomento principale fosse la vita di questa bambina affetta da sindrome di down. Invece, andando avanti con la lettura, si capisce che questo argomento viene raccontato un po' di striscio e che le intenzioni dell'autrice sono invece quelle di focalizzare l'attenzione sulla vita di David e sulla sua famiglia apparentemente perfetta. Risulta quindi un romanzo piuttosto introspettivo, il cui fine è quello di analizzare le conseguenze delle decisioni, il senso di colpa protratto nel tempo, il raffreddarsi dei rapporti famigliari dinnanzi al pesante silenzio che li cincorda fino a quasi inghiottirli. E' il silenzio infatti il vero protagonista di questo libro. Un silenzio che da entità astratta e impalpabile si trasforma in qualcosa di tangibile, ingombrante, denso come gelatina e fosco come la nebbia. Il ritmo narrativo, nonostante la scrittura scorrevole, appare un po' lento, intervallato da qualche parentesi di ossigeno puro in cui il punto di vista cambia da David alla più allegra e spensierata vita di Phoebe. Nelle ultime cento pagine si assiste poi ad alcuni momenti drammatici che sono capaci di commuovere lievemente, senza esagerare. Malgrado mi fossi avvicinata a questo libro con un'idea completamente diversa, devo ammettere che il mio giudizio a riguardo è parecchio positivo. Per tutta la durata della lettura pensavo di dargli come voto quattro stelline (mi sembrava un buon romanzo, ma non del tutto soddisfacente), ma ora che l'ho ultimata e che ci ho riflettuto sopra mi sono accorta che a freddo il mio giudizio è addirittura migliorato, perché sono riuscita a cogliere delle sfumature e dei significati nascosti che subito, presa dalla mia brama di sapere come sarebbe finita, mi erano sfuggiti. Sicuramente non è un libro per tutti, nel senso che chi cerca una trama avvincente, e per giudicarla si basa solo sullo scheletro della storia, ne rimarrà deluso. Questo è invece un tipo di romanzo molto riflessivo, da gustare nei particolari e da metabolizzare a lungo una volta terminato.
E ora, per dare una migliore panoramica, passiamo a esaminare bene le varie parti che compongono il libro:
Cover (che non influenza il giudizio sul libro): Presa dalla cover originale (grazie Garzanti per non averla cambiata!) è un'immagine che mi piace molto e che trovo rappresenti bene la sensazione infusa dal romanzo! Il titolo italiano poi, è ancora migliore del titolo originale!!! Infatti il libro si intitolava "The memory keeper's daughter" (trad: Il guardiano della memoria della figlia) e come titolo mi sarebbe sembrato un po' troppo semplicistico.
Stile di scrittura: Lo stile di scrittura è scorrevole, ma viene associato ad un ritmo narrativo piuttosto lento. Sono curiosa di leggere l'altro libro della Edwards per vedere se con un altro ritmo narrativo la combinazione appare diversa.
Idee alla base della storia: Personalmente l'ho trovata una storia molto originale, sia per i contenuti, sia per come è strutturata.
Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi sono stati approfonditi molto bene. Le loro sensazione, le loro inquietudini, i loro pensieri... è tutto messo a nudo magistralmente.
Editing e traduzione a cura della casa editrice: Tutto bene! Nessun refuso e ottima traduzione.
voto:
Acquisto consigliato? Sì, ma non a tutti. Lo consiglio solamente ai lettori che non disdegnano le storie introspettive che fanno riflettere.

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