Segue da qui e quiSeduta sulla soglia ridisegnava il mio destino sulla terra
Mia nonna.
Sopravvissuta
Ai figli
Alla fame
Alla sete
All’aidsDevi andare – disse – tu che ancora sei in tempo, devi andare per sfuggire al destino
Di tua madre
Di tuo padre
Di tuo fratello
Di tua sorellaDevi andare – disse – Non ho più forze per scavare altra terra.Bambini
Come stormi
Mi seguirono
Fino al limitare del giornoPoi fu la violenza della notte e il destino si riprese Il suo disegno.Arde
Il
Dolore
Sotto la pelleCi pensò il mare a cullare la mia pena ma poi, nell’approdo, marciapiedi scorticarono la mia pelle nera.
Ritornai al mare per affogare il mio dolore.
Nell’abbraccio d’acqua che mi accolse si allungò il mio corpo andandosi a impiantare su una barca senza vela.Un canto
Un meraviglioso
Canto
Invase il mareLa penna del destino si ostina a disegnare il suo disegno increspando onde, attizzando tempesta.
La barca vacilla e io mi piego al mio destino.– Io sono la tua barca –
Dice una voce. Una voce d’acqua e d’aria che coniuga il verbo amare in un canto che spezza la tempesta.– Io sono la tua vela – Dico alla voce e piango
Di gioia
Di dolore
Di immenso amore.
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