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Commenti su Maroni, Alfano e la protesta contro il “soggetto” sbagliato di Sempre Tiziana

Creato il 09 giugno 2015 da Waltergianno
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Premettendo che non possono essere solo alcune le Regioni d’Italia a sobbarcarsi il peso dell’accoglienza (soprattutto la Sicilia e il Lazio), piaccia o non piaccia, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha avuto il coraggio di alzare la voce su un problema che chiamarlo emergenza non è più un termine da usare per gli articoli sensazionalistici dei giornali e per i discorsi propagandistici dei politici.

Tuttavia, bisognerebbe spostare l’azione della protesta non tanto verso Roma quanto verso Strasburgo.

Innanzitutto, ho ascoltato dichiarazioni eccessivamente perbeniste di alcuni onorevoli della maggioranza di governo, per cui l’Italia deve dare il buon esempio affinché l’Unione Europea possa incidere su tutti i Paesi Membri per l’accettazione delle quote di migranti da accogliere.

Sinceramente, non capisco. Come può un tentativo di riordine interno dell’emergenza che dovrebbe riguardare tutto il Vecchio Continente spingere Regno Unito e Austria (due Paesi a caso) ad accettare un tot numero di migranti nel proprio territorio?

No, occorre alzare la voce e non farlo solo tra italiani, mettendo in atto uno scontro tra i poteri centrali e locali che non porterà a nulla di positivo, se non accentuare lo squilibrio tra Nord e Sud.

Occorre che Renzi & Co. sbattano i pugni sul tavolo attorno al quale fare sedere tutti gli altri Paesi membri e dire: “Cari Signori, non basta – con colpevole ritardo – che inviate le vostre navi nelle acque territoriali libiche per salvare la pelle ai disperati; serve che ci aiutate nell’accoglienza; siamo o non siamo un’Unione? Oppure lo siamo solo nei diritti (?) ma separati nei doveri? O si risolve insieme l’emergenza in tutte le sue fasi, oppure è stato un piacere“.

Ma è chiaro che non abbiamo il coraggio di minacciare, perché è troppo forte il bisogno economico di restare ancorati al carrozzone di Strasburgo. In pratica, siamo di fronte ad una situazione in cui Roma fa la forte con i più deboli ma è debole con i più forti.

E, continuando così, visto che gli sbarchi sulle coste italiane/siciliane aumenteranno sempre di più, non ci resta che rassegnarci a paradossali e inutili battaglie territoriali.


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