Commissaria

Le ragioni per le quali le sembrava che l’imminente concorsone fosse una cosa buona e giusta le aveva spiegate a suo tempo.
I motivi per i quali non è soddisfatta della scuola che si vede davanti le sembra di presentarli all’attenzione un po’ ogni giorno.
Però – la ‘povna crede – lamentarsi non basta. Bisogna prendersi la responsabilità di provare un po’ a cambiarlo, questo benedetto mondo. Senza prendere come scusa il fatto che la scena della nostra battaglia non è quella che avevamo sognato da piccoli, la più bella, la migliore possibile. Quella ci è data, e, intanto, si prova con quella. Perché parlare della pars destruens è sempre molto facile. Ma è solo quando sono le nostre mani, che si mettono in gioco per costruire qualcosa di diverso, che si può poi arrivare a dire “è colpa mia”.
Proprio per questo, la ‘povna ha deciso: farà la domanda quale “commissario aggregato” delle commissioni di concorso. Se sarà sorteggiata, sarà lei (tra gli altri) a selezionare, nella sua regione, coloro che l’anno prossimo potranno entrare in ruolo in lettere. Perché le interessa capire, dall’interno, se il meccanismo di selezione tramite procedura concorsuale (che lei ha sperimentato da candidata, e che nel complesso la convince) funziona anche dall’altra parte.
E comunque, se non altro, saprà con chi prendersela (se stessa) se, alla prova dei fatti, avrà fatto una valutazione sbagliata.