Dopo l'effetto domino del copia e incolla tipico del giornalismo online che troppo spesso ama i titoloni acchiappa click senza mai proporre ai propri lettori una reale analisi della notizia... nelle ultime ore sta avvenendo una sorta di contro pelo (che è pur sempre pubblicità) con degli articoli critici come questo basati a loro volta sulla scoperta dell'acqua calda, cioè che lo smartphone marchiato commodore è originariamente un prodotto cinese. Anche in questo caso abbiamo a che fare con la solita maratona degli infaticabili campioni del copia-incolla in quanto la nuova ondata di articoli sul rebranding partono tutti dalla segnalazione di un utente del sito Android Police a contorno di questo articolo dedicato alla nuova CBM.
La sostanza è che uno smartphone apparentemente identico al Pet è venduto in cina a 144 dollari.
A mio parere le critiche si dividono in alcune legittime e altre insensate...Quelle giuste riguardano l'oggettiva mancanza di originalità dello smartphone commodore con la presenza del marchio e degli emulatori a fare la differenza con gli altri smartphone android.
Le critiche ingiuste riguardano invece la presunta maggiorazione del prezzo; una differenza piuttosto ampia che dubito altamente possa finire per intero nelle tasche della CBM. L'errore sta nel confrontare il prezzo praticato da una compagnia telefonica che offre servizi e abbonamenti in cina con il prezzo dello smartphone diversificato (package, marchio, firmware, app) venduto in europa.
Non c'è neanche bisogno di fare i conti in tasca all'azienda cinese o alla CBM per capire la situazione, basterebbe porsi la seguente domanda: il prezzo del C=Pet sarà competitivo in europa?
Se la risposta è si, allora poco altro c'è da aggiungere... almeno per coloro che non hanno intenzione di trasferirsi e vivere in Cina.