Con il Patrocinio dell’Associazione Luigi Russolo
giovedì 6 marzo h. 18,30
MAG, Via Vitani 31, Como
6-29 marzo 2014
Astrazione e figurazione non hanno mai rappresentato un problema: conta solo per lui il fatto pittorico in sé e la sua opera si è diluita nel tempo prodigandosi parimenti con maestria e generosità. La sua pittura è al di fuori delle mode, delle scuole, e in tutta libertà si avvolge di molta magia.
Le influenze dell’esordio sono mano a mano sfumate e l’artista fece suo quanto di meglio offrivano i venerati maestri. L’opera è spesso illuminata da ombre illusorie e da luce legate il più delle volte a un Sud mediterraneo, e la sua visione è spesso abitata dal miraggio delle Masserie, tipiche cascine-fortezza dalla rigorosa architettura neo-cubista. Spesso i paesaggi di Pignatelli sono inondati di un’atmosfera cosmica, quasi immanente, un’atmosfera mai angusta come se ci trasportasse al di là del nostro stesso sguardo.
I colori dell’artista italiano sono stimolanti, lavorati in profondità di tavolozza, sono colori interiorizzati che vanno ad alimentare a volte con sobrietà, a volte con prodigalità, le forme-strutture. Cromatismo e costruzione nascono quindi da una stretta alleanza che lascia però talvolta posto, fortunatamente, al miracolo del caso.
I nudi femminili di Pignatelli sono omaggi evidenti e decisamente volontari a quel grande e geniale avventuriero della pittura che era Pablo Picasso, del quale l’amico Henri Matisse ha detto e scritto «Lui solo può osare tutto e restare sempre entro le leggi della pittura». I nudi femminili di Ercole, tema ossessivo, si ergono davanti a noi, a testa in giù, con i piediper aria, vere e proprie donne-statua. La nudità sensuale delle loro carni è come saporita e molti di questi nudi impastati di fecondità.
Vi è peraltro una stretta relazione sensoriale tra ia nudi e i frutti di Pignatelli. Sono, per così dire, “succulenti” e le ramificazioni dei rami degli alberi di alcuni paesaggi si spiegano come tante nervature, vene e arterie di una natura nel pieno vigore della vita.
Alcune sue tele appaiono come vere foreste di forme che danno una sorta di rinnovato vigore al nostro sguardo, a conferma di una potenziale energia che fluttua in tante opere del pittore italiano che si afferma come l’artista delle metamorfosi-metafore, in una surrealtà dall’alta consistenza pittorica.
André Verdet, «Notes et Entretiens sur la peinture» Editions du Petit Véhicule, Nantes
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