Como, piazza dedicata a Borgonovo grazie ai tifosi

Creato il 12 marzo 2016 da No Azpop

Lo stadio ‘Giuseppe Sinigaglia’ di Como vedrà intitolarsi lo spiazzo antistante alla memoria di Stefano Borgonovo, che proprio con la società lariana mosse i primi passi della carriera dapprima nelle giovanili e poi direttamente in Serie A (Como-Ascoli del 1981/1982). L’evento avverrà tra poco meno di una settimana, il prossimo 17 marzo, in occasione del compleanno dello stesso Borgonovo che avrebbe compiuto 52 anni. A sollecitare la bella iniziativa sono stati gli stessi tifosi del Como, come ricorda Chantal, la moglie di Borgonovo e madre dei suoi 4 figli, che presiede la Fondazione Stefano Borgonovo, sorta nel 2008 per ottenere fondi nella ricerca contro la Sla, la famigerata malattia che nel giugno 2013 portò via l’ex giocatore di Fiorentina e Milan.
LARGO BORGONOVO – La signora Borgonovo ha affermato: “Il 17 marzo sarà una bella festa, ci saranno i sostenitori del Como ai quali va il mio ringraziamento, ed i bambini della scuola calcio di Giussano, il paese natale di Stefano. L’affetto da parte di tutti nei suoi confronti c’è sempre ed è forte e questo è un momento molto importante per me e per la mia famiglia, un ricordo per i miei figli e nipoti. D’altronde lo sport ha come compito principale quello di formare i più giovani, ed è giusto che loro sappiano chi è stato Borgonovo. Lui era il mio eroe, ha dimostrato ciò che era più nella malattia che quando giocava”. La piazza attigua al ‘Sinigaglia’ si chiamerà “Largo Stefano Borgonovo”, e sul piano oggettivo la cosa colpisce in quanto è inusuale che ad un calciatore venga intitolata una zona cittadina diversa da un impianto sportivo.
LA MALATTIA DEI CALCIATORI – Chantal Borgonovo parla anche dei momenti in cui si manifestò la malattia del marito: “Ci vollero due anni ed anche più per metabolizzare il tutto, poi io e lui abbiamo cominciato a gestire la cosa, imparando a convicerci senza che gli eventi ci travolgessero. Anche per questo motivo nel 2008 è sorta la Fondazione il cui scopo è quello di fare luce su questo brutto male”. La ricerca attualmente si sta concentrando sul rapporto che intercorre tra l’attività calcistica agonistica ed i disturbi neurodegenerativi, in quanto la Sla è spesso detta “la malattia dei calciatori” per l’alto numero percentuale di casi riscontrati in atleti anche pochi anni dopo aver concluso la propria carriera.
STEFANO UN EROE – “E’ qui in Italia che abbiamo cominciato a porci delle domande – prosegue Chantal – 15 anni fa il più forte giocatore della Malesia è morto proprio di Sla, che noi chiamavamo “la stronza”, ma nessuno disse nulla al tempo perché di questa malattia non se ne parlava affatto. I dubbi che una relazione tra calcio e Sla ci sia esistono. Se oggi si parla della Sclerosi laterale amiotrofica è grazie a Borgonovo, e passi in avanti ne sono stati fatti. Con mio marito sono stati 8 anni difficili, ma anche belli, che ci hanno insegnato molte cose”.
Da: Mai dire calcio

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