Assieme al suo team ha scoperto che solo l’11 per cento degli americani appartiene ad una religione che rifiuta apertamente l’evoluzione o il Big Bang. È interessante notare, ha poi aggiunto in un articolo sull’Huffington Post, «che anche le organizzazioni scientifiche che rappresentano la maggioranza degli scienziati americani non credono vi sia alcun conflitto tra scienza e fede». Ad esempio, ha notato, l’American Association for the Advancement of Science afferma che scienza e religione «vivono assieme tranquillamente, anche nelle menti di molti scienziati».
Dai risultati si nota che nella popolazione americana, coloro che maggiormente non vedono alcun conflitto tra scienza e fede sono i cattolici e i non religiosamente affiliati. Chi invece rifiuta maggiormente le conclusioni scientifiche sono i protestanti, in particolare battisti e luterani.
In un secondo articolo, il prof. Tegmark è tornato sull’argomento rivelando di aspettarsi che, dopo aver pubblicato l’indagine, «la casella di posta elettronica sarebbe stata inondata di mail di odio da parte dei fondamentalisti religiosi che credono il nostro universo sia nato meno di 10.000 anni». Ha quindi proseguito: «Abbiamo infatti ricevuto risposte al vetriolo come previsto. Ma con mia grande sorpresa, la maggior parte di esse non sono venute da persone religiose, ma da atei arrabbiati!».
A questi atei fondamentalisti ha voluto rispondere che: 1) aiutano soltanto il fondamentalismo religioso (o protestante); 2) dovrebbero essere più modesti rispetto ai risultati della scienza; 3) dovrebbero mettere in pratica ciò che predicano, ovvero la razionalità e la tolleranza. Consigli sprecati?