Compio trent'anni e vado in Iran/01 - caffè turco

Creato il 25 maggio 2014 da Mapo
Istanbul, 16 maggio 2014
L'ultimo sprazzo d'Europa ha il sapore di una tazza di caffè turco, al tavolo di un bar nell'aeroporto internazione (si fa per dire) di Sabiha Gokcen (Istanbul).
Ricordo una sera di novembre di qualche anno fa, a pochi giorni dalla laurea. Ricordo, in particolare, il sapore amaro del fondo del caffè e la risata del cameriere, a deridermi.
Cinque ore di scalo sono l'occasione perfetta per annoiarsi un po' e leggere la guida. A pagina 332: "gli amanti della caffeina, fuori da Teheran, dovranno prepararsi il caffè da soli".
La sosta in questo luogo ai confini dell'Asia permette di raccogliere le prime differenze: aumenta la percentuale delle donne velate, dei tipi di Kebab nei menù dei fast-food e, in un angolo in disparte, appena oltre il controllo bagagli, un uomo in tuta si inginocchia a terra verso la mecca, è l'ora della preghiera serale.
Finisco il caffè, ho trent'anni, un biglietto per Teheran in tasca e ora lo so, che il fondo non si beve.
Si parte, l'Iran è alle porte.
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