Complotto contro il Papa: in quanti modi umiliare la Santità

Creato il 13 febbraio 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

Il cattolico sa di esser nato cristiano e, come tale, la Croce dovrà sopportare in terra, non come condanna, ma come elevazione. Eppur su questa terra, la mortificazione del malcostume sociale specula persino sulle croci altrui. Il dono divino diventa gioco per mammona…

Apre il banchetto mediatico il Fatto Quotidiano che, a ragion d’ignoto, racconta di un “complotto” contro Papa Ratzinger. Uomo mite, pensatore raffinato. E’ un Papa mal esposto alle masse, che lo rispettano, ma non lo acclamano.

Un mese fa il Cardinale colombiano Castrillon riferisce quanto detto dal Cardinale Romeo, arcivescovo di Palermo, nel Novembre scorso in alcuni colloqui in Cina. Si racconta che in 12 mesi il Papa morirà e che Scola è il suo sperato successore. L’appunto è anonimo e reca la data del 30 Dicembre del 2011.

La nota doveva essere strettamente confidenziale. Infatti, come tutte le “confidenze” è girata di bocca in bocca fino ad essere stata scritta. Verba volant, scripta manent.

Nessuno aveva mai osato usare l’inchiostro tipografico su un complotto mortale nei confronti del Papa. Anche se la storia del complottismo ne è piena di non riusciti ufficialmente e, forse, di qualche riuscito non ufficiale.

La notizia in sé è spiacevole. Non sconvolgente come molti vogliono far credere, poiché tutti i capi religiosi sono suscettibili di attacchi esterni e interni. La storia del vecchio Papa ce lo ricorda. E’ il potere che mette in pericolo le persone, anche quelle che lo detengono, da questo accomunate a chi lo subiscono. Questo vale anche per il Papa.

La clessidra conterebbe 12 mesi, almeno dicono. Ma altri parlano di dimissioni. Siccome il Papa è un mite intellettuale, non rischia un complotto mortale. Di fatto è stanco e vorrebbe dare le dimissioni, smentite dal Vaticano, ma plausibili per i dissidi nella Curia. In fondo, è anziano.

Se la vita è dono divino, che non sia l’uomo a giocare all’eterno. Il Papa ama i gatti e, di sicuro, ha sette vite. Altrettanto certamente, l’umanità non può fare a meno di una mente che unisce sacro e profano, sapendo discutere di teologia e di economia. La scommessa dell’umanità è in una nuova società che, ad oggi, necessita anche del suo contributo, non di veste, ma d’intelletto. Comunque indispensabile.


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