Comprami, io sono in Svendita (300 euro)

Creato il 30 marzo 2011 da Larvotto

L’ennesima notizia che ti fa riflettere su quanto in basso siamo caduti e su quanto in Italia tutto possa essere comprato, anche la dignità. Insomma, l’ennesima notizia, tra le tante, che ti fa cadere le balle.

Ora una lunga storiella, per chi ha voglia di sentirla.

C’era un ragazzo che, tanti anni fa, forse il 1998, ha passato un periodo abbastanza difficile a livello economico, ma molto molto, nel senso che il frigo era vuoto esattamente come il suo conto in banca, ed allo stipendio mancavano ancora due settimane.
Come ultima possibilità si era dato quella di chiedere dei soldi ai suoi genitori. L’aveva messa per ultima perché avevano litigato ed andare da loro sarebbe stato ammettere che aveva sbagliato. Ah che brutta cosa l’orgoglio.
Proprio in quei giorni un amico gli aveva fatto una proposta “vieni con me a Bologna? ci sono le selezioni per partecipare a Forum”.
Alla fine, un poco controvoglia, era andato.

Nella sala dell’albergo c’erano una ventina di ragazzi, di cui alcuni, gli pareva di capire, avevano già provato più volte a partecipare, ma senza risultati. C’era anche un ragazzo con tanto di book fotografico che gli raccontava che il suo sogno era di apparire in tv, a qualunque costo.
Ad un certo punto è entrata una signora non giovanissima, ma piena di energia, con quelle voci decise che riescono anche a metterti in soggezione, ed un cognome che era il nome di un’isola, cognome che lei però pronunciava con la doppia P.
Buffa.
Ha prima parlato con il suo amico e subito dopo con lui.
Lo ha guardato fisso negli occhi e gli ha chiesto “dimme bello, c’hai nà storia da raccontà?”.
Sulle prime non sapeva che dire e poi gli ha detto la prima stronzata che gli è venuta in mente, ovvero che la signora che gli aveva affittato casa gli aveva venduto un mobile non suo, perché lei dell’appartamento non era proprietaria ma solo usufruttuaria.
La signora dal cognome come l’isola allora ha chiesto interessata “bella, me piace, ma dimme, la vecchia è morta?”.
Quando gli ha risposto di no lei ha fatto la faccia delusa e poi ha detto secca “ma se la vecchia è viva c’ha ancora l’usofrutto, ancora nun se po’ fà gnente!”; poi ha accennato un sorriso ed ha detto con aria furba “ma che ce frega, noi à vecchia la famo morì!”.
Poi, dopo un attimo di pausa in cui fissava prima lui e poi il suo amico (che intanto era tornato a sedersi tra gli altri), si è chinata e con aria complice gli ha chiesto “dimme bello, ma te e quel tuo amico… siete due omosessuali?”.
Quando gli ha risposto di sì ha fatto un gran sorriso e poi, dopo averlo quasi abbracciato, ha chiesto “Bello, che ne dici, lo famo un poco di odienz? Senti qua, nà bella storia che tu e lui abitavate insieme e poi avete litigato, e uno dei due se n’è annato senza finì de pagare i mobili de casa! Che te ne pare?”.
Sulle prime si è messo a ridere, la signora dal cognome come l’isola era troppo simpatica, però non era proprio sicuro di volerlo fare.

A quel punto l’astuta signora, gli ha praticamente messo la bocca nell’orecchio e poi ha detto “bello, te la spiego meglio: parti alla mattina presto da casa, piji il treno, arrivi a Roma, cò à metro vai a gli studi de la Titanus, famo un poco de prove, a mezzogiorno se magna, al primo pomeriggio arriva la Paola e registriamo, e poi prima di sera te ne vai a casa con unmilionetrecinquanta! Dimme bello, te piace sta storia?”

Ora, capite bene, lui in tasca aveva una roba tipo 20mila lire e questa gli proponeva un milione e trecentocinquantamila lire per dire cazzate?
Il ragazzo era pietrificato.
Lei, impassibile, gli ha dato il suo numero di cellulare e poi lo ha liquidato con un “vai a casa, ce pensi e poi me chiami!” Poi si è alzata e senza tanti ciao ha gridato “Avanti un altro!”.

Il ragazzo è arrivato a casa con la testa che fumava dai tanti pensieri, quei soldi gli avrebbero fatto molto comodo, ma alla fine non ha avuto la forza, gli sembrava tutto così squallido.
Ha quindi telefonato alla signora la quale, capito che non aveva ceduto, lo ha salutato velocemente e poi ha riappeso. Che cazzo gliene fregava a lei, tanto c’erano altre persone disposte a tutto pur di apparire in tv.
Mentre il ragazzo riagganciava la cornetta pensò al ragazzo con in mano il book fotografico. Chissà se, alla fine, proporranno a lui la parte di un gay abbandonato con il mutuo sui mobili da pagare. Oppure se hanno cambiato copione.

Il ragazzo alla fine è andato in un negozio che vendeva vinili usati e gli ha venduto, per circa 100mila lire, la sua collezione di dischi.
Quando ci pensa gli viene ancora da piangere.
Una volta uscito dal negozio è andato direttamente a fare la spesa, forse l’unica volta nella sua vita in cui ha mangiato grazie alla musica.

Ora, io non voglio fare nessun paragone, ma quando ho letto della signora Marina che, per 300 euro, ha buttato nel cesso tutta la sua dignità, offendendo in una maniera davvero fastidiosa chi i problemi ce li ha davvero, fingendosi una terremotata insieme ad un’altro attore che faceva la parte del marito, ho subito pensato a questa storiella della signora dal cognome come l’isola.
Mi sono immaginato lei a ricevere Marina, e mi immagino una serie di domande a raffica per poi, una volta sentito il suo accento, proporgli questa storia.
Oppure è stata di Marina l’idea geniale?
Forse Marina aveva già il suo book in mano, ed alla signora dal cognome come l’isola, sono bastati 300 euro per convincerla a fare qualsiasi cosa.
Che tristezza.

Marina, scusa, posso dirti una cosa?

(Ogni riferimento a fatti e persone potrebbe essere puramente casuale)

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