Comunali di Milano. L’Imam sul SEL di Vendola: «Non votatela perché è il suo leader è gay»

Creato il 10 maggio 2011 da Iljester

Quando apprendo certe notizie mi trovo in bilico tra la paura e la soddisfazione. La paura è dettata dal fatto che anche nel nostro paese iniziano a imporsi determinate e pericolose usanze che indicano in modo chiaro e univoco cosa significa accogliere acriticamente nella nostra società una cultura come quella islamica, senza che questa abbia accettato completamente i valori e la cultura italiana. Dimostrano in particolare come per i musulmani prima esistono le leggi religiose della loro comunità, e poi il resto.
La soddisfazione invece è dettata dalla dimostrazione definitiva della fallacità delle politiche della sinistra che pensa davvero – e stoltamente – che una cultura come quella islamica possa essere ammaestrata a suo piacimento e per i suoi comodi e interessi elettoralistici.
L’esempio più eclatante lo abbiamo avuto a Milano. L’Imam Ali Abu Shwaima della moschea di Segrate ha detto che «i musulmani di Milano non devono votare i candidati della lista di Sel perché il suo leader, Nichi Vendola, in quanto omosessuale, ha una condotta che non va d’accordo con l’etica islamica». Poi precisa, che se è giusto votare la sinistra «perché è la più vicina alle nostre posizioni» (chissà perché!), la lista del SEL di Nichi Vendola, «dove sono candidati alcuni musulmani, non è la più consona perché la condotta del suo leader contrasta con l’etica islamica e noi non possiamo condividere il loro comportamento».
Ma non è finita qui. Le parole dell’Imam dimostrano involontariamente come non possa esistere reale integrazione tra la cultura islamica e la cultura occidentale. Egli infatti, cercando di spiegarsi meglio, afferma: «Non chiedo ai fedeli di essere contro gli omosessuali, ma nemmeno di dare loro la propria preferenza nella cabina elettorale. Vendola vive in una società che non è musulmana, quindi può fare quello che vuole, ma io mi trovo in difficoltà a votare una persona cosi. Per questo ho chiesto ai musulmani milanesi di non votare nemmeno Davide Piccardo e gli altri candidati di Sel», in quanto è un «è un peccato dare il voto» a questi candidati.
La sinistra è servita. Si stanno portando in casa loro, che poi è casa nostra, soggetti e idee che contrastano in modo evidente con i valori occidentali. E personalmente trovo persino poco convincenti le critiche di altri esponenti islamici, come quelle dell’Imam Abu Bakr Geddouda – segretario della moschea di Cascina Gobba – il quale replica: «Ritengo sia sbagliata la sua posizione nei confronti dei candidati di Sinistra Ecologia e Libertà. Noi non possiamo giudicare i candidati per la loro vita privata ma valutiamo i loro programmi».
Le parole sarebbero apprezzabili se non fosse che quelle di Shwaima esprimono più o meno la reale sostanza dell’Islam, mentre quelle di Geddouda sono più forzatamente diplomatiche, volte cioè a non allarmare l’opinione pubblica, perché sappiamo bene tutti che nei paesi islamici gli omosessuali sono perseguitati, e l’omosessualità è un reato grave. E certamente i gay non possono partecipare alla vita pubblica. In altre parole, uno come Vendola, in Iran o in Arabia Saudita non potrebbe fare politica. Anzi, rischierebbe la prigione.
Ma andiamo a leggere quello che replica il SEL di Nichi Vendola. C’è da sorridere, perché ora provano sulla loro pelle cosa significa avere un aut aut dalle moschee. Sentite qui che risposta diplomatica: «È evidente che questa posizione è l’altra faccia dell’arretratezza culturale sui temi dei diritti civili e del rapporto tra religioni… Da una parte Giovanardi e Borghezio, dall’altra l’imam di Segrate non fanno fare un passo in più al rispetto reciproco, alla civiltà nei rapporti tra mondi troppo spesso divisi da pregiudizi e da ottusità…».
Mi chiedo che c’entrino Giovanardi e Borghezio. Se il primo potrebbe anche avere un atteggiamento poco accondiscendente nei confronti degli omosessuali, non credo arriverebbe mai al punto di dire di non votare il SEL perché il suo leader è gay. Piuttosto dirà di non votare il SEL perché il suo programma non è conforme a certi valori (e su questo sono d’accordo), e non perché il suo leader è omosessuale. Il secondo – Borghezio – è irrilevante: conosciamo bene tutti il suo folkloristico modo di fare politica. Ma qui non si tratta di folklore, bensì di cultura e tradizioni, usanze religiose e diritto islamico.

Fonti: Libero-News | Repubblica


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