Elena Coccia (vicepresidentessa del Consiglio Comunale di Napoli, avvocato ed esperta in diritto di famiglia) ha prospettato alle associazioni lgbt campane due soluzioni entrambe orientate al riconoscimento della familia di fatto: il rilancio della “Legge Anagrafica” (un Decreto del Presidente della Repubblica del 1989 che, pur riconoscendo “vincoli affettivi” diversi dal matrimonio, aveva come scopo quello di effettuare un campionamento statistico della popolazione senza alcuna rilevanza politica); l’istituzione di un Registo delle Unioni Civili (che, sebbene non crei nuovi status giuridici, attribuisce alle nozioni di famiglia e convivenza anagrafica tutt’altro valore).
La portata politica di quest’ultimo, secondo la Coccia, sarebbe dirompente: il registro, infatti, essendo istituito con delibera del consiglio comunale richiede il voto dei nostri rappresentanti, che sono così chiamati a discuterne e a votare. Più numerose saranno le municipalità che lo adotteranno, tanto maggiori saranno le pressioni cui sarà sottoposto il governo nazionale perchè legiferi in materia di matrimoni e unioni civili.
Le associazioni Arcigay Napoli, Arcigay Salerno, Arcilesbica Napoli e ATN - Associazione Trans Napoletani, sulla base di queste argomentazioni, sostengono l’assoluta urgenza dell’instaurazione del Registro delle Unioni Civili nella città di Napoli, rammentando però che si tratterebbe di un avanzamento di civiltà minimo del tutto inidoneo a soddisfare le aspirazioni di pari dignità che il movimento lgbt italiano esprime da tempo.