Comunicare bellezza: la responsabilità dell’artista

Creato il 30 luglio 2013 da Sulromanzo
Autore: La RedazioneMar, 30/07/2013 - 15:30

Articolo di Ettore Goffi, pubblicato sulla Webzine Sul Romanzo n. 3/2013, Le tentazioni della cultura.

Gli artisti, in genere, affidano alle opere il compito di comunicare la loro interpretazione della vita e del mondo: sono i critici e gli storici a valutare la bontà o meno del loro lavoro.

Il tema del titolo si sviluppa partendodalla consapevolezza maturata nella mia esperienza di pittore che si interroga sul senso del proprio operaree tiene in grande considerazione i versi del Sommo poeta italiano:

«…che l’arte vostra quella, quanto pote, / segue, come ‘l maestro fa il discente; / sì che vostr’arte a Dio quasi è nepote».

Nel secondolibro della Fisica aristotelica è detto che l’arte, e cioè l’industria umana, conduce a perfezione la natura e la imita nel suo procedimento – «ars imitatur naturam in quantum potest» – cosicché, come la natura può dirsi legittimamente figlia di Dio, primo artista, l’arte umana, che dipende dalla natura, è da considerarsi quasi nipote rispetto a Dio.

Che ruolo giocano, allora, le arti umane, gli artisti che le coltivano – sempre in bilico fra tormento ed estasi – nell’identità di un Paese che li vuole proprio per non lasciar atrofizzare le sue radici?

«Un’identità non la si trova in superficie; non è accessibile a chi fa sondaggi; non è qualcosa che possa diventare un cliché. Non si ricava dalla media o da ciò che è tipico, ma da ciò che è nascosto e spesso da ciò che è più estremo. Non è fatta di ciò che muta ma di quelle qualità che permangono, a prescindere da ciò che muta, perché sono collegate alla realtà. Risiede in profondità. Nella sua interezza, è nota solo a Dio, ma tra coloro che la cercano, nessuno gli si avvicina tanto quanto l’artista» (F. O’Connor).

La citazione della scrittrice georgiana sembra proprio confermare l’assioma imprescindibile legato all’arte quando afferma che essa è sempre attuale, raramente solo contemporanea. In effetti, calza “a pennello” come monito cruciale contro certa tendenza socio-politica e mediatica fallimentare dei giorni nostri piuttosto grigi, se non addirittura tenebrosi; un orientamento decadente che rischia di smarrire, nell’affanno del sondaggio superficiale, la ricerca della propria identità. Il talento creativo, tuttavia, è il valore aggiunto di molti eventi culturali che, in varie forme, spesso viene sollecitato e inserito nei programmi di feste, sagre e manifestazioni di ogni generedalle amministrazioni pubbliche perfino nei paesi più piccoli. In che misura questo talento venga goduto e sostenuto davvero dipende dalla sensibilità del liquido d’ambiente in cui è immerso.

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