Giustizia per le vittime italiane e greche del nazismo 8 settembre 1943 – 8 settembre 2011: quasi settant'anni senza giustizia per le vittime dei crimini nazisti "Io sostengo il punto di vista che una parte importante della realizzazione dei diritti umani sia il diritto di chiunque sia stato o sia costretto a lavorare per altri a ricevere l'adeguata ricompensa. Per il lavoratore coatto questo indennizzo deve essere dato da chi ha tratto profitto da lui”. Simon Wiesenthal, lettera a Ricciotti Lazzero, 20 marzo 2000.
Dal 12 al 16
settembre si terrà presso la Corte internazionale di giustizia a L’Aia il
dibattimento inerente il ricorso presentato dalla Germania contro l’Italia per
le sentenze della nostra Corte di Cassazione in merito alle cause giudiziarie in
corso relative a: 1] sfruttamento del lavoro coatto di oltre settecentomila
internati militari e civili italiani deportati dopo l’8 settembre 1943, 2]
eccidi compiuti dall’esercito tedesco contro i civili sugli Appennini nel corso
della 2a guerra mondiale, 3] esecutività in Italia delle sentenze dei tribunali
greci relative alla strage di Distomo.
La difesa
dell’immunità degli stati trova la convergenza del governo tedesco e di quello
italiano, ribadita da una dichiarazione congiunta che affida al tribunale
internazionale “il chiarimento su tale questione” contro la decisione della
nostra massima Corte, che con chiarezza ha ribadito che gli stati non possono
pretendere immunità quando commettono gravi crimini di guerra o crimini contro
l'umanità.
Noi temiamo che con
il processo a L’Aia si vogliano chiudere definitivamente i capitoli dolosi e
dolorosi della nostra storia a cui non si è voluto per oltre sessantacinque anni
rendere giustizia. Critichiamo e condanniamo l’atteggiamento del governo
tedesco, che rifiutando il riconoscimento delle responsabilità delle sue imprese
e del nazismo antepone alla giustizia e alla storia degli individui gli
interessi economici e le opportunità politiche. Nello stesso tempo critichiamo e
condanniamo l’atteggiamento del governo italiano, che offende i suoi cittadini e
la storia del Paese in nome della ragione di stato e sospende l’esecutività
delle sentenze dei tribunali della Repubblica.
Ancora una volta la
vicenda della deportazione per lavoro coatto e le stragi di civili sono oggetto
di scambio in nome di interessi che nulla hanno a che fare con la dignità degli
individui e delle nazioni. Tutto questo è particolarmente grave nella comune
dimensione europea e costituisce un’offesa a qualsiasi politica che sulla
”memoria” voglia costruire un patrimonio comune in grado di orientare e di
essere di monito al presente, per preservarlo dagli errori e dalle tragedie del
passato.
Ma c’è di più in
questo processo che si apre a L’Aia, che va al di là dello spregio dei cittadini
italiani e greci, macinati dalla guerra nazista e dalla real-politik di tutti i
governi del dopoguerra, qualcosa su cui dobbiamo porre attenzione. La corte è
chiamata ad esprimere un giudizio e fare giurisprudenza sul delicato e decisivo
confine fra diritto individuale e responsabilità istituzionale. In discussione a
L’Aia c’è in generale il principio dell’immunità degli stati oltre“il punto di
rottura dell'esercizio tollerabile della sovranità“, un principio che attiene il
diritto internazionale dei popoli nel presente.
Storia della
nazione e dei suoi cittadini, diritti individuali e collettivi sono in
discussione in una causa ignorata dai media e coperta dal silenzio degli stati.
Riteniamo indispensabile in questa occasione fare sentire la nostra protesta e
invitiamo quanti provano la nostra stessa preoccupazione ed indignazione a fare
sentire la loro voce in tutte le sedi che giudicheranno più
opportune.
Cernobbio 8 settembre 2011
Centro di ricerca “Schiavi
di Hitler”
Claudio Sommaruga, Valter Merazzi, Maura Sala.
Chi intende porre la
sua firma in calce a questo documento può comunicarlo scrivendo a: info@schiavidihitler.it
Informazioni e notizie, col vostro aiuto su: www.schiavidihitler.it
Centro di ricerca
“SCHIAVI DI HITLER” / fondo I.M.I. Claudio Sommaruga
22012 Cernobbio (CO) –
via Regina, 5 | mail: info@schiavidihitler.it – www.schiavidihitler.it
Sezione
dell'Istituto di Storia Contemporanea "P.A. Perretta" 22100 Como – via
Brambilla, 39