Comunicato per le Fondazioni Lirico-sinfoniche

Creato il 18 novembre 2013 da Nonzittitelarte

Stiamo attraversando uno dei momenti più difficili che il nostro settore lirico abbia mai conosciuto, con la maggior parte delle nostre Fondazioni oberate di debiti, oltre trecento milioni, e pochi giorni a disposizione per decidere di usufruire della legge 112 che mette a disposizione un discreto “tesoretto salva Enti”.
Legge buona o cattiva non ci interessa dire è comunque una via di uscita allo “sfascio” creato dai “gestori” delle varie Fondazioni ormai ridotti alla “liquidazione coatta”.
Certo per accedere alle disponibilità della 112 bisogna dichiarare lo stato di crisi! e qui assistiamo al prepotente ritorno in scena dei Sovrintendenti-Commissari che di Fondazione in Fondazione ne pensano di tutti i colori.
Per questo il 5 di novembre abbiamo chiesto ed ottenuto un chiarimento al Ministro Bray su alcuni articoli della Legge 112, ma soprattutto sul percorso applicativo più corretto.
Della riunione, dei temi trattati col Ministro Bray, del condiviso e del non, il Ministero ha trattato emettendo un comunicato stampa e noi crediamo che nessuno può far finta di non sapere, nessuno ha più bisogno di ulteriori spiegazioni.
I tavoli di crisi, di sicuro più conosciuti ed in uso nei settori dell’industria che non dello spettacolo, presuppongono quei passaggi che anche la legge 112 richiama, presuppongono un “piano industriale” aperto in tutti i dettagli che creano lo “stato di crisi” ed il percorso stabilito, specificità di interventi e tempi dei stessi, per uscirne.
Dimentichino i signori Sovrintendenti-Commissari i facili contributi a “babbo morto” di una volta o le assegnazioni di beni patrimoniali, gentilmente concessi dai Sindaci-Presidenti, che riaprivano interventi bancari e portavano brevi stagioni di ossigeno e poi nuove precipitazioni di bilancio.
Nessuno può immaginare strategie per “soldi a basso costo”, e gira qualche comunicato sul tema, ne credere che arrivino altri soldi “pubblici” da gestire senza rendere conto a nessuno.
Allora, come in ogni “piano industriale”, fuori i bilanci, le situazioni debitorie vere, le esposizioni bancarie e tutto quello che riguarda la colonna “spese”.
Fuori le entrate, che devono trattare di dati certi, quindi contributi fissi dei privati e delle istituzioni per gli anni che dura il piano e attenzione che il contributo statale, a tutti noto come FUS, è dato sulla programmazione e qualità della stessa quindi, fuori il programma artistico per tutta la durata del piano.

E il “punteggio” sulla produzione culturale che assegna poi la quota del FUS, almeno di non costruire la parte “economica” del piano su dati troppo incerti, ci impone una programmazione di qualità pluriennale, quindi attente valutazioni prima di enunciare esuberi in pianta organica o addirittura cessioni di ramo.
Adesso la spieghiamo più facile.
La Cisl è sindacato e come tale nasce per la contrattazione ed è pronta a qualsiasi tavolo di confronto aperto e rispettoso dei ruoli, nessuno può permettersi di oltraggiare la rappresentanza dei lavoratori e se questi si allontanano dai tavoli accusare il sindacato di responsabilità per le scadenze imminenti.
La Cisl è sindacato e come tale considera la “solidarietà” un concetto irrinunciabile in qualsiasi situazione, mai nessun lavoratore darà da solo il contributo al risanamento e mai i lavoratori daranno da soli il contributo al risanamento.
Conosciuto e condiviso il piano nei particolari di recupero spese, appalti, esternalizzazioni, consulenze, collaborazioni, il sindacato è pronto a discutere il costo del lavoro che non passa esclusivamente per licenziamenti e cessione di rami d’azienda, ma anche da idonei ammortizzatori.
Questo abbiamo detto al Ministro Bray e altro non abbiamo da aggiungere in convegni, assemblee o interviste alla stampa, siamo di più indignati da chi in un momento così delicato si dedica a queste cose senza un percorso unitario tra organizzazioni.
I lavoratori hanno bisogno di coesione e non di ricercare chi è il primo della classe ed aumentare quelle divisioni che tanto hanno allontanato le Fondazioni da un quadro di regole centrali.
Le regole del confronto che i vari Sovrintendenti-Commissari decideranno di aprire proclamando lo stato di crisi sono queste, condivise da tutti i sindacati nazionali, e conosciute dal Ministro Bray e non crediamo le RSU e Territori vogliano o possano uscire da questo.
Il sindacato ha già fatto la sua parte con le riduzioni delle piante organiche, l’applicazione di ammortizzatori sociali, eliminazione di quote dell’integrativo e altro in tante delle Fondazioni dove anno dopo anno è stata costruita la grave situazione attuale, a volte dalle stesse persone che oggi vorrebbero gestire regole e soldi nuovi, diciamo no.
IL SEGRETARIO NAZIONALE

Maurizio Giustini

FISTEL CISL

FEDERAZIONE INFORMAZIONE SPETTACOLO E TELECOMUNICAZIONI
Sede Nazionale – Via Palestro,30 – 00185 Roma – tel. 06-492171 Telefax 06-4457330

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