Il week end dal 26 al 28 giugno vede protagonista della rassegna Video Ergo Sum ospitata alla Casa del Boia, un illustre cittadino di Lucca, Aldo Tambellini, filmaker sperimentale, video artista e poeta, celebrato fino a novembre nel padiglione Italia della Biennale di Venezia.
Nato a Syracuse nel 1930 (New York), a 18 mesi viene portato da dai genitori – padre brasiliano e madre italiana – a Lucca, dove si iscriverà alla Scuola d’Arte Passaglia.
Durante la seconda guerra mondiale sopravvive miracolosamente a un bombardamento che provocò numerose vittime nel suo vicinato.
Questo evento segnerà in maniera indelebile la sua vita e la sua attività artistica.
Al suo rientro nel 1946 a New York per laurearsi all’Università di Syracuse, diventerà in breve tempo l’animatore della scena artistica del Lower East Side dando vita al collettivo artistico multidisciplinare Group Center, che riuniva scultori, poeti, fotografi, musicisti, performers, accomunati da una ricerca alternativa a quella condotta dal mainstream artistico.
La rassegna Video Ergo Sum, a cura di Alessandro Romanini, promossa da Spam e Centro Arti Visive in collaborazione con Lucca Film Festival e Europa Cinema, propone un ciclo di proiezioni che illustrano la poliforme ricerca di Aldo Tambellini, che ha spaziato dalle performance multimediali (le cosiddette Electromedia Performances) negli anni Sessanta, in cui convivevano in maniera pionieristica, pittura, film, video, poesia, luci, danza, suoni e musica dal vivo, creando un ambiente totale in accordo con uno spirito sinestetico di matrice wagneriana, passando al vero e proprio cinema di ricerca che lo ha visto protagonista a partire dal 1966 sulla scena newyorkese.
Trovano spazio anche le sue esperienze pionieristiche di produzione auto generativa elettronica di immagini (con i primi Black Video e Black Spyral) che si collegano anche alle esperienze radicali che lo hanno portato alla creazione con l’artista Otto Piene del Black Gate, teatro interamente allestito con telecamere e monitor, luci ecc…che vengono controllate tramite mixer dagli artisti stessi e dal pubblico.
Tambellini è sicuramente una figura originale di quel movimento definito Expanded Cinema, che ha strenuamente lottato per creare una dimensione fortemente espressiva ai nascenti mezzi di comunicazione di massa, la cui natura pervasiva e “commerciale” era chiara sin dalla loro apparizione.
Ma soprattutto, Tambellini, – come è palese nel ciclo di proiezioni – ha saputo declinare la finalità dell’Expanded Cinema di fondere le varie istanze visive e sonore, oggettive e soggettive, meccaniche ed elettroniche dell’espressione tecnologica in un unico flusso armonico, in una dimensione poetica e di impegno civile e sociale.
La sua ricerca si è sempre sostanziata prima della componente etica che di quella estetica, come è apparso sin dai suoi primi, lavori degli anni 60’, permeati dall’istanza militante contro la guerra in Vietnam o la difesa dei diritti delle minoranze etniche e culturali.
Questa dimensione civile appare chiaramente anche nella sua attività poetica, che lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza e a cui si è dedicata con sempre maggiore assiduità a partire dal 1984, che è diventata strumento di espressione di un’insopprimibile volontà pacifista e politica in senso lato.
Tambellini, riscoperto in Italia e in Europa a partire dal Lucca Film Festival 2007, ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo, e di recente, i suoi lavori sono stati protagonisti di importanti iniziative espositive in prestigiosi spazi pubblici internazionali, tra cui la Tate Modern di Londra, il Centre George Pompidou di Parigi, il MOMA di New York ed è, come già detto sopra, fra i protagonisti della biennale lagunare 2015.
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