Arcigay Piacenza L.'A.T.OMO.
La sentenza n. 15138/2015 della Corte di Cassazione, che peraltro è in sintonia con quella da poco espressa dalla Corte Europea dei Diritti Umani, stabilisce che anche in Italia le persone transessuali non sono obbligate alla rettificazione chirurgica per ottenere il cambio del nome e del genere sui documenti. Una sentenza a suo modo di portata storica, che è frutto della determinazione di Sonia Marchesi, una transessuale piacentina che non si è scoraggiata davanti alla risposta negativa del Tribunale di Piacenza e di quello di Bologna e che grazie agli avvocati della Rete Lenford (che più volte abbiamo portato al Festival del Diritto) è riuscita a cambiare le cose. Come associazione LGBT piacentina siamo particolarmente orgogliosi che tutto questo sia partito dalla nostra città, e soprattutto da una persona che si è tesserata presso di noi (e che forniremo quanto prima di una nuova tessera, che riporterà finalmente il nome e il genere che sente propri), dopo avere partecipato al nostro progetto di ritratti fotografici contro l'omotransfobia "Are You Rainbow?", qualche anno fa. Anche perchè tutto questo dimostra che - nonostante un clima non proprio progressista - anche una città come Piacenza può dare il suo contributo all'avanzamento dei diritti civili in Italia. Nel 1994 Piacenza venne scelta dal regista Alessandro Benvenuti per realizzare il film Belle al Bar, forse l'unico film italiano in cui il mondo transessuale era dipinto in maniera positiva e con una protagonista vincente(interpretata da Eva Robin's): è bello constatare che a vent'anni di distanza le protagoniste transessuali, a Piacenza, non sono più solo al cinema, ma sono diventate una realtà.Congratulazioni a Sonia e alla Rete Lenford, quindi.
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