Comunicazione non verbale: il nostro corpo nelle spazio

Da Susanna Murray


Torno anche oggi a riproporvi un vecchio post che non è più accessibile online, dedicato alla comunicazione corporea ( datosi che in tanti sono incuriositi dal tipo di metodo che utilizzo a lavoro ).
Chiarisco come sempre che il mio è un lavoro quasi sempre verbale, ma contemporaneamente anche il corpo
comunica a me e a chi si rivolge a me, che avvengono anche altre "comunicazioni" su altri livelli.
A volte trovo davvero stupefacente osservare come le persone si percepiscono mentre sono sedute in un prato, fanno la fila al supermercato o chiacchierano seduti a un bar.
Gli spazi che il proprio corpo occupa non sono legati solo al volume e alla superficie del corpo.
Entrano in gioco altre cose.

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Per esempio lo spazio più vicino al nostro corpo, la nostra "cinesfera", a volte per qualcuno, in alcuni contesti, sembra essere un piccolo spazio ristretto entro cui avere poche ridotte possibilità di movimento.
Ci avete mai fatto caso?
Magari si è su un divano largo, ma ci si siede solo in un angolino.
Se lo spazio lo si condivide con altri, per esempio l'ascensore, anche se ci sarebbe sufficiente spazio per muoversi, si sta in piedi quasi senza respirare per paura di entrare nello spazio dell'altro.
E voi quanto spazio vi sentite legittimati ad occupare di solito?

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Ma sentite di avere una reale consapevolezza di quale spazio avete a disposizione per voi?
Conoscete davvero i confini del vostro corpo?

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E se vi trovate in uno spazio largo e vuoto, tutto per voi..
Come vi sentite?
Liberi?
Smarriti?

www.allianceforwaterefficiency.org


Proviamo a riflettere a come è lo spazio più vicino al nostro corpo, quello che ci riveste come una seconda pelle.
Poi riflettiamo sullo spazio entro cui possiamo allungare un braccio o una gamba, quello è lo spazio medio.
E il nostro spazio oltre il nostro corpo? Quello lontano?
Sono tutti elementi legati alla percezione di noi, ma anche alla percezione di noi in relazione agli altri.
Lo spazio e il modo in cui ci muoviamo dentro di esso, pare variare in base al contesto che affrontiamo e alla nostra immagine corporea.
Proviamo a lavorarci.