Quando ci riferiamo al Mondo del software libero spesso usiamo la parola “comunita’“, includendo anche noi utenti in questo termine, vuoi per la voglia di appartenere a una comunita’ con dei valori condivisi, vuoi per una sorta di generalizzazione. Il Mondo del software libero e’ un aggregato di comunita’, una metacomunita’ che al suo interno include tante realta’, che a loro volta sono anch’esse delle comunita’. A ben guardare c’e’ una, nessuna e centomila comunita’.
La distinzione piu’ evidente nella metacomunita’ del software libero e’ quella tra le comunita’ degli sviluppatori e quelle degli utenti. Ho usato il plurale, perche’ non esiste un’unica comunita’ per ciascuna di queste due categorie. Generalmente per quanto riguarda gli sviluppatori esiste una comunita’ per ogni progetto e ogniuno (sviluppatori e utenti) puo’ appartenere a piu’ comunita’ quanti sono i progetti a cui collabora e/o che utilizza.
Sono comunita’ di sviluppatori anche quelle che lavorano a molti software, unendo e coordinando il lavoro di altrettante comunita’ per ottenere ad esempio una distribuzione. Ma anche altri progetti complessi, come quelli di un DE richiedono una metacomunita’ composta da altre singole comunita’ ciascuna delle quali lavora a un singolo progetto, collaborando con le altre al fine di ottenere la creazione o lo sviluppo di un grande progetto.
Piu’ e’ complesso il progetto, piu’ e’ complessa la struttura della metacomunita’, composta da numerose comunita’ e in alcuni casi anche con la collaborazione di comunita’ esterne o anche di societa’ private (sviluppatori di aziende che collaborano allo sviluppo di software libero).
A volte queste comunita’ non vengono incluse ufficialmente nella metacomunita’ del progetto, restando in una sorta di limbo, ci sono, il loro lavoro e’ riconosciuto, eppure non sempre a questo riconoscimento “morale” ne corrisponde uno “reale“, ad esempio accogliendo questi collaboratori tra i membri del progetto stesso.
E’ proprio di questi giorni la notizia che il DPL Stefano Zacchiroli sta portando avanti la proposta di dare il benvenuto come membri del Debian project a chi contribuisce attivamente al progetto Debian anche se non sui pacchetti:
“in recent events I’ve attended as DPL, the topic of welcoming non-packaging contributors as project members has been a recurring one.”
La proposta e’ ai voti, ma di per se mostra la grande volonta’ di riconoscere il lavoro svolto dai collaboratori attivi (anche se non lavorano sui pacchetti), che “condividono i valori di Debian e sono pronti a sostenere i documenti fondativi di Debian [1] e meritano l’opportunita’ di diventare membri del Debian project“.
Poi ci sono gli utenti “passivi” a cui piace vivere facile, sperando sia solo un limitato e breve periodo di adattamento in attesa si sentano pronti a fare la loro parte, che anche se piccola, non sara’ mai insignificante.
In questo groviglio di sentimenti di appartenenza e di antagonismo, di competizione e di collaborazione, c’e’ una comunita’ del software libero, nessuna comunita’ e centomila comunita’ di vari progetti piu’ o meno grandi, di sviluppatori, collaboratori e semplici utenti. Tutti uniti dal software libero.
Approfondimenti:
- La comunità del software libero dopo 20 anni
- Open Source Community Types
[1] I tre documenti fondativi di Debian sono il contratto sociale, le Linee Guida Debian per il Software Libero (DFSG) e la Costituzione Debian. [↩]
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