Non per niente, Giusto di Giovanni de Menabuoi, era anche chiamato Giusto Padovano e Giusto Fiorentino. Motivo di ciò la nascita a Firenze nel 1330 e gran parte dell’attività a Padova dove morì nel 1390. La sua formazione si svolse presso la bottega di Maso di Banco, a sua volta formatosi nella bottega di Giotto. E a questa scuola Giusto fu sempre fedele. L’arte lo portò a coprire tutto il nord Italia ed, insieme ad Altichiero, grande fu il suo contributo nel fare di Padova un importante centro per lo sviluppo della pittura sul finire del 14° secolo. Al di là della comune tendenza fiorentina alle forme monumentali, l’arte di Giusto non fa altro che indagare sulle possibilità pittoriche suggerite da Giotto e dai suoi allievi, Maso di Banco e Taddeo Gaddi su tutti.
La sua carriera può essere diviso in due fasi: il lavoro in Lombardia tra il 1350 e il 1360, e dal 1370 in poi a Padova, sotto la protezione dei Carrara. Qui compie un salto di qualità, assimila riflessi bizantini e il gusto decorativo avvicinandosi altresì all’arte orafa. Gli affreschi del Duomo di Padova sono i suoi lavori più consciuti.
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