Non contesto l’opportunità di riformare la Costituzione, specie la Parte Seconda. Mi dissociai dalla piazza che solo l’anno scorso processava le intenzioni di chi, prima di Renzi, poneva la questione istituzionale al centro dell’agenda politica. Dico che il tempo è scaduto. Il tempo di questo Parlamento, rinnovato più volte sulla base di una legge non conforme a Costituzione. Il principio di continuità dell’ordinamento giuridico salva le leggi approvate fino alla dichiarazione d’illegittimità del Porcellum, non può coprire un consapevole abuso della sovranità popolare per un tempo indeterminato. In un altro Paese le Camere sarebbero state sciolte un momento dopo la pronuncia della Consulta (1/2014); in Italia votano modifiche della Costituzione. L’Esecutivo detta tempi strettissimi, sedute notturne, niente ferie. Con quale legittimazione non si capisce. Berlusconi rivendicava per la sua leadership un’investitura diretta, popolare. Renzi brandisce il 40% dei voti alle Europee come un’arma, la punta al capo di deputati e senatori per far passare una riforma della Costituzione squilibrata dal punto di vista della forma di governo e che subordina le Regioni e gli Enti Locali allo Stato in un’ottica radicalmente contraria al federalismo e persino al regionalismo ante riforma del 2001. Renzi, inoltre, pretende una legge elettorale che attribuisca sempre un premio di governabilità al partito o allo schieramento più votato. Siamo molto, ma molto oltre il principio maggioritario vigente nelle democrazie più avanzate sulla faccia della terra. Perciò la Consulta dichiarò incostituzionale il Porcellum, perciò dichiarerebbe incostituzionale l’Italicum. Se passasse il ballottaggio per l’attribuzione del premio di maggioranza alla Camera, in Italia l’ipotesi di un governo di coalizione non potrebbe darsi mai più. E una minoranza disporrebbe non solo del Governo, ma anche dell’ordinamento della Repubblica. Anzi, già lo sta facendo. Se Maria Elena Boschi si limita a dire “bugiardi” o “allucinati”, senza confutare le opinioni degli altri, accredita l’idea della deriva autoritaria. Con buona pace di Fanfani e pure di Pratolini.