Julia fa ritorno dalla sorella gemella Sarah, reduce da un intervento chirurgico che ha provato, senza successo, a salvarle la vista ormai compromessa da una malattia degenerativa agli occhi. Arrivata al paese verrà a sapere che la sorella, disperata per la sua imminente cecità, si è da poco tolta la vita, nell'indifferenza generale dei suoi vicini.
Poco convinta da questa storia Julia comincerà a indagare sulla morte della sorella, confrontandosi contemporaneamente con la stessa malattia che la sta progressivamente facendo diventare cieca...
Guillermo Del Toro sponsorizza questo "Los Ojos de Julia", confezionato da Guillem Morales, il quale più che un narratore di storie inquietanti, sembra un bradipo addormentato dietro alla macchina da presa. Perchè Del Toro sponsorizzi un bradipo non lo sappiamo, fatto sta che questo film iberico non scuote gli animi, ma anzi li addormenta, almeno fino a tre quarti abbondanti di pellicola. Ci aspettavamo cioè, che Del Toro facesse da padrino a qualcosa di un pò più consistente. Morales guarda al cinema di Argento, soprattutto nelle sue carrellate all'indietro, girate all'interno di luoghi chiusi, case buie, istituti per ciechi. In quel buio Morales (come Argento) colloca un improbabile killer che usa fotografare col flash le sue vittime, tra le quali sembra esserci anche la sorella gemella di Julia, Sarah. Detto questo, la sceneggiatura di Morales e Paulo si incarta e si inchioda all'interno di dinamiche coniugali e sororali decisamente poco pensate, elaborate, trasformate. Ad interpretare tali dinamiche tra marito e moglie sono due attori, Belen Rueda (Julia) e Lluis Homar (Isaac) condotti con mano tremula da un regista che si accontenta di muovere due burattini sulla scena. Isaac è il più burattino di tutti, anzi, assomiglia al papà di un famoso burattino, cioè Geppetto: capello bianco lungo, occhiali pseudo-intellettualoidi, barba rada. Geppetto e la fata-turchina-Julia balbettano dialoghi impossibili con l' autenticità e l'ispirazione di due cartelli stradali ai bordi di una statale assolata nel mese d'agosto. Ma è soprattutto la credibilità complessiva dell'intreccio a vacillare quasi subito, oltre che le performance dei due protagonisti principali: il rapporto gemellare tra Julia e Sarah è infatti paragonabile solo allo stile di una telenovela brasiliana anni '80, e viene il sospetto che Morales si sia appunto ispirato a quello che vedeva in tv sua mamma quando lui era piccolo (l'inconscio gioca spesso brutti scherzi, ahimè). Sto parlando, naturalmente, dell'insistenza sul rapporto tra le povere sorelle gemelle affette da grave malattia oculistica degenerativa, la cui credibilità narrativa è appunto pari allo zero. Mai avevo visto una relazione gemellare trattata cinematograficamente in modo così superficiale, specialmente quando il lutto per la gemella morta scivola via quasi fosse morto il pesciolino rosso della protagonista, piuttosto che un parente con simili e ingombranti implicazioni affettive. Non molto altro c'è da dire di questo film, se non che il montaggio di Manel Vilaseca è molto poco equilibrato e amplifica così i difetti di una pellicola che non produce particolari effetti stranianti. Pathos e suspense non vedono nessuna luce e anzi rimangono pure loro contagiati dalla cecità degenerativa di cui soffrono le due sorelle. Fotografia e sonoro nulla aggiungono e nulla tolgono, nè tantomeno salvano la pellicola dal disastro. La malattia oculistica contagia poi, oltre che l'occhio del regista, anche quello dello spettatore, che alla fine desidera solo essere consolato dal buio della sala, dopo che i titoli di coda hanno cominciato a scorrere. Morales guarda infine verso il soprannaturale in specie nella seconda parte del film, ma quello che fa risulta essere un semplice volo del tacchino. In sintesi io credo che Guillermo Del Toro abbia preso una cantonata notevole nello sponsorizzare attraverso il suo nome illustre questo mediocrissimo "Con gli occhi dell'assassino". Cantonata che non mi spiego, ma che avrà probabilmente sue ragioni che i nostri occhi non riescono a vedere. Regia:Guillem Morales Sceneggiatura:Guillem Morales, Oriol Paulo Fotografia:Óscar Faura Montaggio:Joan Manel Vilaseca Musica:Fernando Velázquez Cast:Belen Rueda, Lluis Homar, Clara Segura, Hèctor Claramunt, Julia Gutiérrez Caba Nazione:Spagna Produzione: Antena 3 Films, Mesfilms, Rodar y Rodar Cine e Television Anno:2010Durata: 112 min