Non è un certo un libro di cui è facile parlare, Gli ultimi giorni dell'umanità di Karl Kraus (Adelphi). Storia tragica che, appunto ha per protagonista l'umanità, chiamata a rispondere alle conseguenze del suo errore-orrore, quella Grande Guerra che prima di tutto è una guerra del mondo contro Dio.
Scritto in forma di dramma, tutto dialogo in una sequenza di atti e di scene, tutto questo sarebbe ovviamente irrapresentabile in qualsiasi teatro del nostro pianeta. Lo scrive nella sua premessa lo stesso Kraus:
I frequentatori dei teatri di questo mondo non saprebbero reggervi.
Però attenzione a cosa Kraus aggiunge al rigo dopo. La capacità di sopportazione mica ha che vedere con la lunghezza. Piuttosto il fatto è che questo dramma:
è sangue del loro sangue e sostanza della sostanza di quegli anni irreali, inconcepibili, irraggiungibili da qualsiasi vigile intelletto, inaccessibili a qualsiasi ricordo e conservati soltanto in un sogno cruento, di quegli anni in cui personaggi da operetta recitarono la tragedia dell'umanità.
E con ciò è servita anche la provocazione. L'intelligenza di Kraus, affilata come una lama, è già all'opera. A noi non resta che leggere.