Con l'introduzione del POS si apre la colletta nazionale a favore dei medici e dei dentisti. I poveretti rischiano di morire di fame

Creato il 01 luglio 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
La prima tentazione per il post di oggi, era stata quella di occuparci di Don Inzoli, noto alle cronache per la passione viscerale nei confronti delle auto di lusso, dei sigari costosi e delle altolocate frequentazioni politiche. Poi, però, siccome tutti sanno cosa pensiamo di Comunione & Liberazione, ci siamo detti che sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa: i maramaldi in clergyman che si sono arricchiti grazie alle opere e alle omissioni, sotto il papato di Francesco stanno tornando allo stato laicale e a far penitenza intraprendendo percorsi psicoterapeutici appropriati. Allora abbiamo deciso di indirizzare la nostra attenzione sui medici e sui dentisti, che non saranno preti ciellini ma che in quanto a opere e omissioni non sono secondi a nessuno. Stracciandosi i camici e lasciandosi andare a dichiarazioni quanto meno improvvide, i professionisti di cui sopra non ci stanno a dotarsi del POS. E lo hanno fatto sapere al sottosegretario Del Rio che in questo momento ha, forse, cose più importanti di cui occuparsi. Dicono insomma i medici e i dentisti: “Con l'introduzione dei POS si corre il rischio di un aumento considerevole delle tariffe e delle prestazioni”, che tradotto significa, “fino a ieri abbiamo tranquillamente evaso le tasse facendo aum aum e birra e salsicce con i pazienti, con quella macchinetta infernale non sarà più possibile e fanculo la villa al mare”. Fino a qualche giorno fa chiedere la fattura a un medico sembrava un delitto di lesa maestà, oggi, con l'introduzione dei pagamenti elettronici, c'è il rischio che la considerino un'onta da lavare con il sangue. E vai col trapano senza anestesia. Eppure se si parla con un medico o con un dentista, spuntano aureole da tutte le parti, proprio come quelle dei pazienti che si trovano a pagare una visita 200 euro (non conosciamo luminari che vadano oltre) o i 500 a dente di un professionista del “sorriso”, così adorano amabilmente farsi chiamare.

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