“Con la Gli di ConiGLio” di Anna Maria Boselli Santoni
Edizioni Pragmata, 2014
Pagine: 132 – Costo: 12 €
Isbn: 9788897792659
Recensione di Lorenzo Spurio
I nostri programmi di allora ci chiedevano di formare le teste degli scolari e non di riempirle fino all’orlo di nozioni slegate tra loro e perciò non riutilizzandoli in altri passaggi dell’apprendimento perché fini a se stesse, destinate probabilmente ad un veloce irreparabile oblio. (55)
Anna Maria Boselli Santoni si definisce maestra e teologo laica; in questa nuova pubblicazione dal titolo Con la Gli di Coniglio (Edizioni Pragmata, 2014) è contenuta propria una densa biografia della Anna donna di istruzione, impegnata quale maestra non solo nell’istruzione dei giovanissimi, ma anche nella loro educazione, comprensione e lettura delle personalità. La componente di teologia laica (espressione impiegata con parsimonia nel panorama letterario culturale in virtù forse di un timore che essa contenga una contraddizione di fondo) la si ravvisa in Anna Maria invece in ogni singola frase che compone i propri libri dove è un animo altamente sociale (pure con i suoi momenti di necessità della solitudine per una maggiore comprensione di sé stessa e di ciò che accade attorno a lei), di vicinanza empatica al prossimo non solo in termini di aiuto al bisognoso, ma di comprensione degli stati di disagio e di compartecipazione alla vita personale degli altri. Sono, queste, componenti peculiari di una caratterialità votata all’esigenza di espressione e di ricerca di convivialità, di spiccate doti d’estroversione, costruttività e interrelazione che descrivono in maniera al quanto limpida la caratterialità di una donna energica e solare proprio come Anna Maria.
Ma per attenerci al nuovo volume in particolare dirò che è un libro-ricordo sull’esperienza di insegnamento della scuola, ma anche un manifesto di quanto la scuola primaria sia importante e determinante nella formazione culturale dei futuri giovani e soprattutto nel modo di integrazione e di interagire con il mondo di fuori dalla scuola e dalla famiglia.
Il volume traccia un po’ quello che è stato il diverso approccio dell’insegnante nei confronti degli allievi nelle prime fasi della istruzione e la Nostra cita numerosi autori e testi, sociologi, studiosi e pedagoghi che si sono occupati proprio della formazione del giovane; non è un caso che il metodo Montessori provvedesse a indirizzare i genitori dei piccoli verso l’adozione di scelte, se non le più ovvie e a un primo acchito le più logiche, di sicuro quelle che a lungo termine avrebbero avuto una funzione decisiva sul comportamento del giovane. Il seminario di Asiago in cui la protagonista Mira, felice proiezione della Nostra, partecipa è per lei ulteriore motivo di avvicinamento a quella materia di interesse sociale-pedagogico che lei metterà in atto nella sua classe riscotendo vivo entusiasmo da parte dei giovani.
Entusiasmo che si conserverà poi nel corso degli anni quando la maestra, per ragioni sue personali dovrà abbandonare l’universo della scuola, ma ancora a distanza di tanti anni durante i quali i suoi allievi sono diventati maturi, non potrà non sentirsi ancora molto legata ad essi percependoli un po’ come suoi figli. Ed è così che il ricordo della bocciatura di un giovane e del decesso in piscina di un altro ragazzino, sono memorie dolorosissime che salgono alla mente della maestra ormai in età pienamente matura mentre la vediamo passeggiare con il suo bastone in giro per la città.
Un amore indissolubile verso la scuola che si respira in ogni singola frase del presente volume, attorno al quale Anna Maria intreccia con sapienza e con originalità la storia del suo privato: del suo matrimonio, dell’attrazione quasi fatale verso un giovane incontrato alla scuola, del dramma di scoprire un figlio dislessico che, grazie alle sue conoscenze e profonda empatia con la materia, riuscirà di certo ad aiutare, contribuendo anche a far conoscere questo tipo di disturbo che ha un’alta incidenza nei giovanissimi ma che raramente viene diagnosticato con precisione e in tempo.
Il ricordo dei momenti vissuti e la vita rutinaria del presente si fondono in un unico magma incandescente dove la forza delle parole e le immagini dei ricordi sono estremamente potenti tanto da riportare la Nostra nel dolore più lancinante o anche farle rivivere splendidi momenti. Su un ogni vicenda dell’esistenza resta la percezione di una maestra-ascoltatrice rarissima, di una donna che più che insegnare, si è lasciata cullare e stupire dai ragazzini, un genio indomabile nella ricerca di forme di insegnamento alternative come il giocodramma e la capacità di saper interagire con il mondo, facendo ogni volta sue le varie sfaccettature di questo mondo come quando, ricorda: “Penso, sorridendo, a come ogni piccolo essere umano di auto percepisce” (75).
Questo è ciò che dovrebbe star a cuore ad una maestra, ancor più dei compiti del giorno prima proprio perché: “Non è il giudicare che […] interessa, ma il capire e il comprendere ciò che è giusto e necessario sapere, come insegnante” (94).
Il mio plauso ad Anna Maria per questa nuova ricca pubblicazione, capace di chiamare a una sana riflessione.
Lorenzo Spurio
Jesi, 11-12-2014