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Con la sola ragione si arriva all’esistenza di Dio

Creato il 06 aprile 2014 da Uccronline

Esistenza DioPapa Giovanni Paolo II nel 1985 ha spiegato anche con il solo uso della ragione l’uomo può giungere alla conoscenza di Dio, il quale «non avrebbe potuto rivelarsi all’uomo, se questi non fosse già stato naturalmente capace di conoscere qualcosa di vero a Suo riguardo».

In questa direzione vanno le famose cinque argomentazioni di Tommaso d’Aquino, ancora oggi valide come abbiamo spiegato recentemente. Il confronto con chi non condivide la fede in Dio, dunque, è possibile e tra i più attivi a livello internazionale è senz’altro il filosofo analitico William Lane Craig, cristiano evangelico. Grande oratore, capace di spaziare con autorità dal campo biologico a quello storico, da quello filosofico a quello cosmologico, gestisce il noto sito web Reasonable Faith.

Nel dicembre scorso augurando un buon 2014 su Foxnews, ha voluto sintetizzare i cinque motivi che secondo lui rendono l’esistenza di Dio più probabile di quanto non lo sarebbe senza di essi. Ognuno di essi è un indizio di Dio, tutti e cinque assieme forniscono una prova. Li esponiamo qui sotto facendo però riferimento al confronto che ha avuto nel 2011 con Lawrence Krauss.

1° INDIZIO DI DIO: LA CONTINGENZA DELL’ESSERE.
La prima questione è quella più profonda presente nella filosofia è: “Perché esiste l’essere e non il nulla?”. Contingenza significa qualcosa che esiste ma che avrebbe potuto non esistere: montagne, pianeti, galassie, voi, e me. L’esperienza insegna che tutto ciò che esiste ha una spiegazione per la sua esistenza e la stessa realtà spazio-temporale è contingente nella sua esistenza. Per questo la spiegazione per la sua esistenza deve essere trovata in una causa esterna ad essa, dunque che esiste oltre il tempo e lo spazio. Cosa può esistere al di là del tempo e delle spazio? Solo Dio. Pertanto, l’esistenza dell’essere contingente anziché del nulla rende l’esistenza di Dio più probabile di quanto non lo sarebbe stato senza di loro. L’ateismo non ha alcuna spiegazione sulla contingenza dell’essere.

2° INDIZIO DI DIO: L’ORIGINE DELL’UNIVERSO.
Abbiamo buone ragioni, filosofiche e scientifiche, per sostenere che l’Universo ha avuto un inizio assoluto. Le ragioni, filosofiche e scientifiche, sono esposte qui. Dal punto di vista scientifico, alcuni (come Hawking), hanno teorizzato lo stato di vuoto quantistico in cui il nostro universo potrebbe essersi evoluto, ma hanno ingannevolmente ed erroneamente indicato come “nulla” quello che è una realtà ricca di leggi fisiche e avente una struttura fisica, un mare turbolento di energia. Altre teorie speculative, come gli scenari sui pre-Big Bang, non sono mai riuscite a ripristinare un passato eterno e al massimo hanno semplicemente spinto l’inizio dell’universo solo un passo indietro. Infine, anche se il nostro universo è solo una piccola parte di un molto più grande “multiverso”, secondo teorie mai dimostrate, questo teorema richiede che il multiverso stesso debba avere avuto un inizio. La domanda inevitabile è: perché l’universo è venuto in essere? Che cosa ha portato le condizioni per la sua nascita? Dal momento che l’universo, come tutto il resto, non avrebbe potuto semplicemente spuntare in essere senza una causa, deve esistere una realtà trascendente di là del tempo e dello spazio che lo ha portato all’esistenza. L’esistenza di Dio è più probabile dato l’inizio dell’universo di quello che sarebbe stato senza di essa, anche se in caso contrario non sarebbe comunque una obiezione.

3° INDIZIO DI DIO: IL FINE-TUNING DELL’UNIVERSO VERSO LA VITA INTELLIGENTE.
Negli ultimi decenni gli scienziati hanno verificato che le condizioni iniziali del nostro universo sono state affinate per l’esistenza di agenti intelligenti con una precisione e una delicatezza che sfidano letteralmente la comprensione umana. Tutte queste costanti rientrano in una gamma straordinariamente ristretta di valori che portano “miracolosamente” alla vita intelligente, se una soltanto di esse fosse leggermente diversa da quello che è, la vita non potrebbe esistere. Mentre la casualità non potrebbe mai essere proposta come soluzione ragionevole, anche una spiegazione basata sulla necessità fisica è scorretta in quanto tali costanti risultano indipendenti alle leggi della natura (ad esempio la costante gravitazionale). Le probabilità che sia accaduto quel che è accaduto è talmente infinitesimale che è molto più ragionevole pensare che questo è il risultato di un design. Così, ancora una volta, l’esistenza di Dio è chiaramente più probabile a causa del fine-tuning dell’universo rispetto a quanto sarebbe senza di esso.

4° INDIZIO DI DIO: I VALORI MORALI OGGETTIVI.
Con valori morali oggettivi intendo valori morali che sono validi e vincolanti sia che qualcuno crede in loro oppure no. Molti teisti e atei (come Dawkins, Ruse, Marks, Provine) concordano sul fatto che se Dio non esiste allora i valori morali oggetti non possono avere fondamento in quanto la morale è un adattamento biologico, un’illusione utile alla sopravvivenza. Eppure esistono alcuni valori che è impossibile ricondurre all’opinione personale, come ad esempio la condanna degli abusi e le crudeltà verso i minori. Chiunque afferma che tali comportamenti sono e saranno sempre sbagliati in modo assoluto e dunque, grazie all’esempio di questi casi estremi, vediamo che esistono cose che sono veramente sbagliate, oggettivamente sbagliate e possiamo affermarlo soltanto facendo appello ai valori morali che gli uomini condividono. Ecco dunque un argomento deduttivo:
(1) Se Dio non esistesse non esisterebbero valori morali oggettivi.
(2) Esistono valori morali oggettivi.
(3) Pertanto, Dio esiste.

5° INDIZIO DI DIO: I FATTO STORICI RIGUARDANTI GESU’ DI NAZARETH.
Gli storici hanno raggiunto una sorta di consenso sul fatto che il Gesù storico è apparso sulla scena del mondo pretendendo di rappresentare un’autorità divina senza precedenti. La suprema conferma di quello che diceva di essere è stata la sua risurrezione dai morti, la quale è confermata da diverse prove condivise da numerosi storici: 1) gli storici hanno raggiunto un consenso sull’affidabilità delle affermazioni dei Vangeli sul fatto che la tomba di Gesù è stata trovata vuota. 2) I discepoli hanno improvvisamente creduto nella risurrezione di Gesù, pur avendo, da ebrei, ogni predisposizione contraria ad un Messia sconfitto e morente in croce. Aderirono così fortemente che furono disposti a morire per la verità di questa convinzione, un fatto incredibile se avessero finto. Non si può spiegare l’ascesa del cristianesimo primitivo senza la resurrezione di Gesù. Pertanto, mi sembra che il cristiano sia ampiamente giustificato nel credere che la migliore spiegazione è che Gesù è davvero risorto dai morti ed era chi diceva di essere. Questo comporta che Dio esiste, abbiamo quindi un buon argomento induttivo per l’esistenza di Dio sulla base della risurrezione di Gesù:
(1) Ci sono fatti accertati su Gesù: la sua tomba vuota e l’origine della fede dei discepoli nella sua risurrezione.
(2) L’ipotesi “Dio è risuscitato Gesù dai morti e diceva il vero su di sé” è la migliore spiegazione di questi fatti.
(3) L’ipotesi “Dio ha risuscitato Gesù dai morti” implica che Dio esiste.
(4) Pertanto, Dio esiste.

Prendendo spunto dai rilevanti argomenti proposti da Craig (ce ne sono altri) abbiamo mostrato, parlando solo da un punto di vista della ragione, come l’esistenza di Dio sia più probabile grazie ad essi, di quanto sarebbe stata senza di essi. E questo che si vuole intendere quando si afferma che ci sono “prove dell’esistenza di Dio” e con queste ragioni è possibile costruire confronti rispettosi e prolifici con chi non crede in Lui.

La redazione


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