Comunque, dicevo, insegne imprescindibili. E' divertentissimo vederle, guardarle e fotografarle. I gestori dei relativi negozi, quando se ne accorgono, mi scrutano incuriositi, ma lasciano fare, e ieri mi è capitato che un tipo che passava in macchina nel punto in cui m'ero appostata per scattare mi chiedesse "Vuole fare una foto anche a me?". No, grazie, grazie, non sapendo che dire e puntando alle scritte colorate di fronte.Nella categoria andrebbero individuati dei sottogruppi, e vediamo se riesco nell'intento di catalogarli. A modo mio, ovviamente.
I parrucchieri: ve ne sono un numero infinito, alcuni con saloni davvero retrò: ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Quest'insegna, oltre a custodire un posto pieno di cimeli d'epoca, contiene anche una L di troppo.
Dell'insieme degli "outsiders" fanno parte insegne uniche nel loro genere. Questa ad esempio è posta in cima ad un negozio molto antico che vende abiti di fattura artigianale.
Poi ci sono quelle "fatte a mano". La prima consiste nella pubblicità di una marca di caffè recante la scritta a mano del nome del ristorante "Il mio diamante". Pochissimi carati, ma sempre diamante.
Quest'altra è di uno dei miei posti preferiti (ne parlerò prima o poi). Una tasca, traducibile con osteria, ma non gli rende affatto giustizia, Tolan (presumo il cognome del proprietario? non ne sono certa, anzi, direi di no, perché nel menù diventa ToLLan e spero che almeno loro sappiano come si chiamano con certezza). Dopo il barbiere, pare proprio che la doppia L costituisca un problema da queste parti.
Un'altra che parrebbe fatta a mano, ma con un certo stile, e mi pare comunque storica. Chissà quante birre e neve avrà servito! (cerveja e neve, un'accoppiata misteriosa).
Della categoria delle spiritose, ecco "La vedova allegra" (Dead stocks inc., per non sbagliarsi!).
E' un magazzino che vende abiti e oggettistica svariata.
To be continued...