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Oggi vi sottopongo due recenti ricerche, entrambe molto utili a far luce su quale sia il mood attuale, in termini di opportunità in Italia e tendenza all’espatrio.
-La prima arriva da Kelly Services, che -in una recente indagine- ha evidenziato come ben l’81% degli italiani intervistati sarebbe disposto a trasferirsi per lavoro. Il 49% dei connazionali lavorerebbe volentieri in un altro Paese europeo, il 26% in Nord America, il 6% in Sud America e Asia/Pacifico, infine il 2% in Africa e Medio Oriente. Il dato italiano è di dieci punti superiore, rispetto alla media globale dell’indagine. Interessante anche notare come, secondo la ricerca, a contare sempre di più nei parametri di soddisfazione professionale non sia solo lo stipendio, ma la possibilità di trovare un ambiente di lavoro ottimale, collaborativo, flessibile e -soprattutto- innovativo. Questi stanno sempre più diventando gli elementi-chiave, nell’ottica di un’attrazione e mantenimento dei talenti.
-l’altra indagine è stata prodotta dall’Istat: riguarda l’inserimento professionale dei dottori di ricerca, nella Penisola. Qui abbiamo due dati, su cui riflettere: il primo, ragionando al contrario, riguarda la propensione all’espatrio dei nostri dottori di ricerca, che rappresenta il 12,9% sul totale al momento dell’ultima rilevazione (+6 punti, rispetto alla rilevazione 2009). Ergo, in forte crescita. Più uomini (16,6%), che donne (9,6%), segnala l’Istat. A emigrare soprattutto i dottori di ricerca in Scienze Fisiche, e Scienze Matematiche o Informatiche. Un incentivo non indifferente è rappresentato dallo stipendio: all’estero, rispetto all’Italia, è mediamente più alto di 700-800 euro al mese.
Il secondo dato, positivo, secondo quanto segnala l’Istituto di Statistica, riguarda l’inserimento professionale in Italia dei dottori di ricerca, che fa segnare percentuali superiori al 90%, ad almeno quattro anni dal titolo. Non altrettanto elevata, purtroppo, la soddisfazione generale per le attività svolte: 7,2 punti, su una scala di 10. I parametri maggiori si registrano per l’autonomia e le mansioni svolte, quelli più deludenti in termini di possibilità di carriera e sicurezza del lavoro.
Chiudo con una segnalazione: molti lettori del blog mi hanno scritto per chiedermi aggiornamenti sulla normativa Controesodo, ormai in scadenza, e sulla norma “acchiappa-talenti”, che sarebbe dovuta rientrare nel recente “Investment Compact”, ma di cui si è persa traccia. Sto cercando di capirne di più: non appena avrò notizie più dettagliate invierò un update.
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