La concimazione è una pratica colturale che consiste nel distribuire sostanze nutritive alle piante e al terreno. Questa pratica riveste un ‘importanza fondamentale in agricoltura, dove si assiste alla cura di immense coltivazioni. Le stesse coltivazioni, se ben curate e concimate, garantiscono un’elevata resa produttiva, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. La concimazione è, dunque, una fase molto delicata del ciclo di vita di una pianta, specie se questa subisce gli effetti negativi delle condizioni climatiche o delle cattive condizioni del terreno. Particolare attenzione deve essere prestata alla concimazione del frumento, uno dei cereali più coltivati al mondo e con una resa produttiva che supera abbondantemente quella di altri cereali cosiddetti “minori”. Dal frumento si ricava, infatti, la farina per la panificazione e per la pasta e si ottengono alimenti indispensabili all’alimentazione umana. In base alla varietà si distinguono il grano tenero e il grano duro. Il primo si usa per preparare dolci, mentre il secondo, per ottenere la pasta e il pane. La resa produttiva del grano è essenzialmente legata alla concimazione, cioè alla somministrazione di elementi indispensabili allo sviluppo del cereale. Questi elementi sono l’azoto, il fosforo, il potassio e lo zolfo. Soprattutto la concimazione azotata riveste un ‘importanza fondamentale nella qualità del frumento, sia esso grano duro o tenero.
Caratteristiche
Quali concimi usare
La concimazione del frumento avviene usando concimi nitrici, ammoniacali, nitroammoniacali, organici, a lento rilascio e a rilascio controllato. I concimi nitrici sono quelli che registrano le perdite maggiori, quelli ammoniacali hanno un periodo più lungo di trasformazione in nitrati, quelli nitroammoniacali presentano una quota di azoto che viene immediatamente persa, mentre l’altra viene trasformata più lentamente. I concimi organici sono simili a quelli ammoniacali e non sono immediatamente disponibili per la pianta. I concimi a lento rilascio e a rilascio graduale sono insolubili in acqua e vengono rilasciati più lentamente rispetto all’azoto nitrico. Quest’utimo viene immediatamente assorbito dalle piante, anche se presenta il rischio del dilavamento e di maggiori perdite nel terreno. La concimazione azotata è importante in tutte le fasi di vita della pianta, ma in fase di pre-semina è meglio non eccedere, così come è necessario evitare le carenze. Una carenza di azoto causa una cattiva crescita della pianta, che si presenta molto scarsa di glutine e di proteine e con una colorazione anomala.
Come procedere
La concimazione azotata del frumento prevede tre fasi: dalla semina all’inizio della levata, dalla levata alla fioritura e dalla fioritura alla raccolta. Nella prima fase, il frumento assorbe pochissime sostanze nutritive ( azoto compreso) che ammontano a circa il 20% dell’intero concime somministrato. In questa fase, su 160 chili per ettaro di concime, vengono assorbiti solo 30 chili per ettaro di azoto. La concimazione azotata della prima fase, da effettuare tra l’autunno e l’inverno, va effettuata riducendo l’apporto di azoto, ma non eliminandolo del tutto, perché questo elemento stimola la crescita delle spighe. L’azoto va distribuito anche in pre-semina, ma in tal caso la quantità deve essere limitata solo a circa 30 chili di concime per ettaro. In questa fase vanno bene anche concimi ammoniacali o a lento rilascio. Il tipo di concime da somministrare dipenderà anche dalle condizioni climatiche. In caso di pioggia, si devono effettuare due concimazioni: metà a base di concimi ammoniacali e metà a base di concimi nitrici. La concimazione nitrica deve avvenire circa un mese dopo la levata. In caso di clima poco piovoso, si può effettuare un’unica concimazione azotata a base di concime ammoniacale.