Domenica 15 settembre si è conclusa la diciottesima edizione del Milano Film Festival, a Milano.
La storia sembra semplice: ciò che sembra iniziare come un incontro segreto per un’orgia si trasforma in una visione utopica di una potenziale famiglia, ma in realtà si sviluppa su diversi livelli, toccando temi quali il dolore, la morte, il trauma, la poesia e la bellezza.
Il confine tra la realtà e la finzione diventa sottile e non importa se stiamo guardando un documentario od un film di finzione, stiamo seguendo un gruppo di persone che cercano e ritrovano se stessi nel miraggio di un lavoro in una terra lontana.
Nella sezione cortometraggi il miglior film è risultato essere Pequeno Bloque de Cemento con Pelo Alborotado Conteniendo el Mar di Jorge Lopez Navarrete con la menzione speciale all’etiope Chigger Ale di Fanta Ananas / Etiopia, Citati poi Peristalsi di Enrico Iannaccone (che hja solo 23 anni) e Grzeli Nateli Dgeebi di Nana Ekvtimishvili e Simon Groß, Nyuszi es oz di Peter Vácz e Quelquun d’Extraordinarie di Monia Chokri.
Il Milano Film Festival, pur con il suo pressapochismo nell’organizzazione di alcuni eventi, e per il gelo che ogni anno lo contraddistingue (si verifica sempre nella peggior settimana, atmosfericamente parlando, di settembre), è sempre molto interessante e nelle pieghe del suo programma ci sono sempre delle chicche: molta attenzione è rivolta all’Africa e all’Asia, si parla di economia e di musica, di storie veramente on the edge, di realtà comuni molto lontane da noi. Di musica e di arte.
Un evento che speriamo non abbandoni Milano.
Written by Silvia Tozzi