concorso a premi_indovina la signora*

Creato il 29 novembre 2011 da Aa
un giorno ho scritto un post in cui parlavo, tra l'altro, di quanto mi seccasse questa storia delle cose "al femminile" e di quanto fossero talvolta puerili i seguaci di certi blogger. la titolare di un blog di letteratura (dal titolo improntato al personalismo, dirò per facilitare i concorrenti) mi ha lasciato un commento di protesta, in cui mi invitava a non decontestualizzare e a tenere conto dei singoli commenti rapportati al tutto. io ho cancellato il commento, poiché non ho gradito l'ingerenza. ecco lo scambio generato da quell'atto. posto che "a." è chi scrive, il concorso consiste nell'indovinare chi è l'altra signora.
 
-- Gentile a.,
trovo profondamente scorretto, professionalmente e umanamente, quello che lei sta facendo. Non c'era nulla di offensivo nel commento che le ho lasciato: salvo l'invito a non decontestualizzare i singoli commenti, cosa più che legittima, perchè un commento da solo non restituisce il senso della discussione. Lei ha cancellato quella che, da titolare di nome del sito
, era una richiesta peraltro garbata.
A questo punto, le chiedo di smetterla di occuparsi di me dal momento che non ha alcuna intenzione di aprire un dialogo via Internet, ma solo di monologare.

-- Cara nome,
lei sollecita una mia risposta, e io accolgo la sua sollecitazione.
Mi permetta, per cortesia, di osservare quello che credo e di restituirlo come desidero, prendendo la parte che mi interessa, da qualunque luogo io voglia frequentare: sono certa che i miei amici comprenderanno – nessuna preoccupazione: sono talmente pochi che delle mie cose si accorge solo chi si impegna davvero.
Non avevo, con la mia estrapolazione, alcuna intenzione di restituire il senso della discussione. Volevo invece – forse ellitticamente, come mi fa comprendere il suo messaggio – sottolineare l'effetto-adepto che si osserva in molti luoghi dell'internet, non solo nel suo sito. Questo effetto fa sì che, tra molti interventi accettabili e sin belli, trovino posto anche parecchi sproloqui, a dimostrazione che sovente i seguaci di qualcuno diventano più realisti del re. E io trovo che nel suo sito (ma anche in quello dell'ottimo nome
, o in altri che non elenco per economia) vi siano parecchi realisti, parecchia piaggeria.
Come le ho già detto, io la stimo molto; la parte che non apprezzo è quella che trascolora nel militante, quella che in questo modo banalizza tutto (questa, che è un'opinione su un atteggiamento, non ha nulla a che vedere con alcune istanze da lei propugnate e che condivido: mi riservo di ridere a crepapelle su alcuni toni e su alcuni registri): non la apprezzo in lei, non la apprezzo nei suoi commentatori, non la apprezzo in generale, e mi tengo la libertà di sbeffeggiarla se credo.
Come avrà visto, il mio blog non è un blog di discussione: è piuttosto un blog di impressione, e in quanto tale può fare una cattiva impressione. A volte è anche un luogo in cui mi piace essere poco seria. In ogni caso, non sono interessata a diatribe virtuali, che trovo snervanti e poco divertenti.
(Detto tra noi, però, non ha trovato particolarmente esilarante la prosa della fedele nome
sull'educazione dei maschi di famiglia?)
-- Cara a.,
Non so cosa la spinga, non so quali siano le sue motivazioni. Ma l'effetto adepto, detto papale papale, lo estrapoli da altri blog, e non dal mio. E' una richiesta cortese, fermo restando la sua libertà di gratificarsi ridendo degli altri.
Libera di non accettarla. Gradirei, ad ogni modo, essere ignorata da lei.

-- Ho forse scritto io a lei?
-- Intendo: mi ignori sul suo blog. Ricambierò la cortesia.
-- Temo che continuerò a osservare e a scrivere quello che credo, così come farà lei.
-- Mi perdoni, a. Sono davvero senza parole. Non comprendo il livore, non comprendo la cattiveria, non comprendo la ferocia. Nè l'atteggiamento da troll. Che tale è.
-- senta, sa cosa non comprendo io? non comprendo perché ci dilunghiamo in questi scambi un po' puerili. basta così, pacifichiamoci, ciascuna torni al suo campicello (dove, se mi permette, le suggerirei di seminare qualche grano di umorismo: facilita i rapporti e spazza via i broncetti da mi-prendo-molto-sul-serio) e occupiamoci di temi più urgenti.
exit.

-- si vergogni, a. Temi più urgenti? E quali, il futuro delle librerie? Si vergogni, ma sul serio.
-- credo di essere più o meno sua coetanea (sono nata nel 1960). l'ultima volta che qualcuno mi ha ingiunto di vergognarmi era il 1968. l'autrice della frase era mia nonna. ma proprio il senso del ridicolo non la sfiora, mentre scrive certe frasi? e pensare che basterebbe così poco per intendersi. me misera. (c'era un bellissimo libro di preghiere della suddetta nonna che conteneva molti me miserum e qualche deh).
-- Forse io sono ridicola. Ma lei è inqualificabile.
-- dice così perché non mi conosce davvero, perché non siamo mai state su un divano con un buon bicchiere. se un giorno dovesse accadere, potrà qualificarmi (ma ci tiene davvero?).
forse la signora non ci teneva davvero, perché da quel giorno non mi ha più scritto una riga. io mi sono molto divertita nel prendermi la strigliata dell'attivista. * chi indovina vince un pomeriggio di spionaggio-lettori con chi scrive e un calice di prosecco, alla feltrinelli di corso buenos aires, a milano.

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