Concorso Cineasti del Presente: The Color Wheel

Creato il 08 agosto 2011 da Masedomani @ma_se_domani

Piccolo gioiello in bianco e nero, in concorso nella categoria Cineasti del Presente, già apprezzato durante quest’anno a casa propria, patria talmente ingombrante che in questo caso potrebbe essere un handicap al raggiungimento del podio. E’ un  fastidio infatti ammetterlo, ma gli americani con il mondo della celluloide ci sanno davvero fare, verrebbe da credere che nella loro genetica vi sia un non so che in più altrimenti non ci capacitiamo del fatto che un film come The Color Wheel, nonostante il budget pressoché inesistente riesca ad essere tanto efficace.

Uno script saggio, intelligentemente ironico e decisamente sorprendente. Degli attori perfettamente calati nella parte e convincenti ai quali auguriamo di ritagliarsi uno spazio ed una regia che sapeva esattamente ciò che voleva e l’ha raggiunto. Soli ottantatre minuti che avrebbero potuto trasformarsi in un interminabile, soporifero e noioso ensemble di fotogrammi che invece ci coinvolgono tenendoci incollati al video sino agli ultimi, inaspettati, istanti.

Realistico scorcio di una generazione che ha avuto tutto e che ora paga (talvolta a caro prezzo)  il proprio passato ovattato e sprovvisto di lotta per il pane, ragazzi cresciuti col credo del “voglio tutto e subito”, che hanno sgomitato per nulla ed ora si trovano a brancolare in modo imbarazzante nel buio. Hanno vissuto nell’agio, hanno ricevuto una istruzione medio alta, ma non stanno stare al mondo e troppo tardi hanno compreso  i propri sogni e nel mentre si sono resi ridicoli tirando a campare e soprattutto mentendo in primis a sé stessi.

È il viaggio verso casa di due fratelli, Colin e JR, che non si conoscono più o che forse non hanno mai concesso a sé stessi il tempo e la voglia di farlo. Nel momento del bisogno si sa però che la famiglia è l’unica risorsa possibile e un fratello/una sorella, insomma un coetaneo, sono la migliore spalla su cui contare. Così quando la storia con il tuo professore preferito e finto mentore si conclude, il goffo fratello è l’unica risorsa a disposizione per andarsene in fretta. Il road trip è obbligato ed inizialmente è un inferno: non ci si conosce, non ci si sopporta per partito preso, non si sa convivere e condividere un piccolo spazio come un abitacolo.  Ma alla fine sappiamo che stiamo solo proiettando sull’altro le nostre frustrazioni e in un attimo le cose possono cambiare in meglio.

Magistrale serrato dialogo, quasi tutto in primo piano, diretto da un giovanissimo regista impaziente di iniziare a girare il proprio secondo lungometraggio, nonostante per realizzarlo abbia dovuto chiedere addirittura in prestito gli appartamenti dei conoscenti. Un road movie da Boston a Philadelphia che delinea con semplicità disarmante (e con il sorriso!) una generazione, una cultura e la mentalità di una precisa area (quella da cui proviene lo stesso autore), il cui adattamento teatrale sarà in ogni momento non solo possibile ma addirittura auspicabile perché il ritmo è costante, crescente e sorprendente e lo scambio è così coinvolgente da far dimenticare l’assenza di un paesaggio che faccia da cornice.

Alex Ross Perry è il nome che dobbiamo ricordare e tenere d’occhio quando vaglieremo i palinsesti cinematografici dei prossimi anni, perché il ragazzo ha talento da vendere e speriamo che qualcuno se ne accorga in fretta!


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