Un camion si ferma davanti a un portone per scaricare del materiale, bloccando la strada. Dietro si forma una coda di gente sempre più impaziente. Ancora un attimo e cominceranno a suonare il clacson e inveire.
Ma il primo della fila smonta dalla sua bicicletta e aiuta a scaricare. Non solo tutto si risolve molto più in fretta, ma, a quel punto, nessuno più si azzarda a protestare.
Se smettessimo di vivere a compartimenti stagni, dove il problema mio è mio e quello di mio marito è suo, dove se mio figlio sta col muso nella sua stanza non mi devo impicciare, dove se la vicina piange son cazzi suoi, e se mia suocera sta male meglio così muore prima; se ricominciassimo a collaborare, invece di criticare, a condividere sostegno e non solo pettegolezzi e moralismo ipocrita, e, appunto, condividere ormai non fosse solo una azione di Facebook, forse tante situazioni risulterebbero meno pesanti e sarebbe un passo avanti per la collettività.