Pubblicato il 18 giugno 2012 da Bailing
Il percorso di gara.
Come vi avevo anticipato qualche giorno fa, sabato sono stata sulla Riviera del Conero per assistere alla Conero Endurance Cup, nell’ambito della manifestazione Marche Lifestyle 2012.
Atleti all’arrivo ai cancelli veterinari.
I percorsi di gara sono suddivisi in anelli di lunghezza variabile (30-35 km) al termine di ognuno dei quali è prevista un’accurata visita veterinaria.
L’endurance equestre è una disciplina sportiva nata negli Stati Uniti più di 150 anni fa, all’epoca del Far West e dei pony express.
Non a caso le gare più importanti del moderno endurance si svolgono ancora sulla distanza dei 160 km, cioé le mitiche 100 miglia delle tappe dei pony express attraverso gli States di fine Ottocento.
Cavalli in relax.
Una curiosità: lo sapevate che i cavalli atleti sono dotati di veri e propri documenti di identità che riportano dettagliatamente la loro genealogia?!?
L’endurance è una disciplina fatta di sacrificio e tenacia ma anche di grande sensibilità: quella del cavaliere che deve saper prestare ascolto al cavallo, alla sua condizione fisica e ai suoi limiti. L’irrinunciabile comandamento di questa disciplina sportiva è infatti quello di tutelare l’integrità e la salute fisica dell’animale.
Cavalli e pony.
La giovane atleta marchigiana Carolina Asli Tavassoli insieme a Chamelot, castrone grigio del 2000.
I cavalli vengono visitati prima, durante e dopo la gara: ogni 30-35 km sono previsti dei cancelli veterinari, cioé degli stop obbligatori nel corso dei quali i veterinari visitano l’animale per stabilire se è in grado di riprendere la corsa, valutando la qualità dell’andatura e una serie di parametri fisiologici e metabolici.
Se le condizioni del cavallo non rientrano in un quadro ottimale la prova del binomio viene interrotta.
La giovanissima atleta azzurra Costanza Laliscia.
Durante le pause i cavalli vengono abbeverati, rinfrescati e reidratati prima di essere sottoposti ai controlli veterinari di rito.
All’arrivo di ognuna delle tappe il cavaliere ha quindi l’obbligo di far recuperare al cavallo lo sforzo e i parametri fisiologici e cardiaci ideali e quindi di presentarlo ai controlli.
Una volta varcato il cancello veterinario il tempo di gara viene bloccato e scatta un pediodo (dai 30 ai 50 minuti) di sosta obbligatoria per consentire all’animale un ulteriore recupero.
I veterinari valutano le andature dei cavalli per escludere eventuali zoppie che sarebbero causa di squalifica.
I controlli si ripetono anche dopo l’arrivo finale, infatti verranno omologati solo i risultati dei binomi che rientrano nei parametri sanitari prestabiliti, come per esempio la frequenza cardiaca del cavallo che non deve superare i 64 battiti al minuto.
Il riconoscimento più ambito nelle gare di endurance, oltre alla vittoria, è quindi il premio Best Condition: titolo assegnato al soggetto che, tra i primi classificati, risulta essere nelle condizioni fisiche migliori.
Un’amazzone alla linea di partenza.
Nei prossimi giorni parleremo un po’ della famiglia reale emiratina e vi mostrerò le immagini della gara di Sheikh Mohammed bin Rashid al Maktoum e dei suoi rampolli.