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Confcommercio, la crisi nel 2014: in Italia, per ogni impresa che apre ne chiudono due

Creato il 29 giugno 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Sono stati pubblicati i principali risultati dell’Osservatorio sulla demografia delle imprese del mese di giugno, realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio.“Nei primi cinque mesi del 2014 il numero di imprese del terziario di mercato che cessano l’attività continua ad essere superiore a quello delle nuove iscrizioni (in pratica, per ogni nuova apertura ne chiudono due) anche se il saldo tra aperture e chiusure, che continua ad essere negativo, risulta in leggero rallentamento rispetto all’anno scorso (-52.716 unità contro -55.815 dei primi 5 mesi del 2013)”.

(livesicilia.it)

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Ad ogni nuova apertura, chiudono due imprese. Da gennaio a maggio 2014, il numero di imprese del terziario che hanno terminato la loro attività continua ad essere superiore a quelle che la hanno iniziata. Sono questi, in gran sintesi, i principali risultati che sono emersi dall’Osservatorio sulla demografia delle imprese del mese di giugno realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio, strumento di analisi quadrimestrale sui cambiamenti nella struttura produttiva del terziario di mercato attraverso il monitoraggio dei flussi mensili delle iscrizioni e delle cancellazioni di imprese presso gli uffici delle Camere di Commercio.

L’analisi della Confcommercio. “Questi dati confermano, da un lato, il persistere di una fase di debolezza del ciclo economico e l’assenza di concreti e significativi segnali di ripartenza; dall’altro, evidenziano come le imprese di questo comparto, nonostante le difficoltà legate ad una domanda interna stagnante, all’elevata pressione fiscale, a un limitato accesso al credito, ai mancati pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione, riescono a contenere gli effetti del protrarsi della crisi”.

Le eccezioni per i servizi di alloggio e ristorazione. “A questa performance fanno, tuttavia, eccezione le attività di alloggio e ristorazione, le uniche all’interno del comparto a registrare un peggioramento del saldo (passato da -7.612 a -7.752), mentre continua il trend espansivo del commercio ambulante; significativo il dato territoriale che conferma la particolare debolezza del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno dove si registra una consistente riduzione dello stock di imprese (-17.353) e dove si concentra quasi un terzo delle chiusure complessive”

Mancano i segnali per la ripresa economica. ”La debolezza del ciclo economico che ancora caratterizza i primi mesi del 2014 e la mancanza di segnali di avvio di una sicura fase di ripresa, si riflette anche nella dinamica imprenditoriale del terziario di mercato che tra gennaio e maggio 2014 ha continuato a registrare un numero più elevato di cessazioni rispetto alle iscrizioni. Il saldo negativo dei primi cinque mesi dell’anno riferito all’Area Confcommercio si è lievemente ridimensionato rispetto ai primi cinque mesi del 2013 per effetto di un calo delle cessazioni, mentre il numero delle nuove iniziative imprenditoriali è rimasto sui medesimi livelli dei primi cinque mesi dello scorso anno. All’interno dell’aggregato solo le attività di alloggio e ristorazione hanno registrato un peggioramento del saldo. Condizionati da una domanda che stenta ancora a crescere, tutti i comparti merceologici del commercio al dettaglio e dei servizi di alloggio e ristorazione, hanno evidenziato saldi negativi con un risultato che per l’area non alimentare è stato peggiore rispetto ai primi cinque mesi del 2013; più attenuato il saldo negativo del commercio ambulante rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente grazie ad un incremento delle nuove iscrizioni’”

Le differenze e le affinità territoriali. “In tutte le ripartizioni territoriali nei primi cinque mesi del 2014 il numero di cancellazioni delle imprese dell’area Confcommercio è stato più elevato delle nuove iscrizioni. Particolarmente consistente il saldo negativo del Mezzogiorno dove il sistema imprenditoriale sembra fortemente indebolito dalla recessione. In questa ripartizione il numero di cancellazioni è rimasto identico a quello dello stesso periodo dell’anno precedente mentre per le iscrizioni si è registrato un incremento di lieve entità. Nel Nord-Ovest e nel Nord-Est il saldo negativo si è attenuato rispetto allo stesso periodo del 2013 grazie ad un calo delle cancellazioni, mentre il Centro evidenzia un peggioramento. A livello regionale nei primi cinque mesi del 2014, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Campania e Sardegna si distinguono per una riduzione del proprio saldo negativo rispetto al 2013, mentre Lazio e Sicilia registrano un saldo più pesante. Il flusso delle iscrizioni presenta incrementi significativi in Veneto, Liguria, Umbria, Campania, Sicilia e Sardegna”.


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