Conferenza stampa: George Clooney e i Monuments Men a Milano

Creato il 13 febbraio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

13 febbraio 2014 • Speciale Cinema - Eventi, Vetrina Cinema

Ci troviamo in un piovosissimo pomeriggio di febbraio all’hotel Principe di Savoia, abituato a ricevere, nelle sue lussuose stanze, vip internazionali di ogni tipo. In questo caso, però, addirittura il Principe potrebbe essere rimasto senza parole. Alla presenza di una sala piena di giornalisti si accomoda, infatti, la quasi totalità del cast di Monuments Men: Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Dimitri Leonidas e, ovviamente, George Clooney. Accompagnati inoltre dall’autore del libro Robert M. Edsel e dall’unico sopravvissuto tra i Monuments Men, Harry Ettlinger.

E’ il moderatore ad aprire la conferenza: quanto è stato cruciale il bombardamento dell’abazia di Montecassino ad opera degli alleati per la costituzione dei Monuments Men?

Robert M. Edsel: “Fu proprio in seguito a questo avvenimento che Roosevelt si rese conto di quanto fosse necessario preservare le opere d’arte ed in generale la cultura europea, e non solo dai nazisti, ma anche dagli stessi eserciti alleati…”

Cosa sapevate di questa storia, sconosciuta anche qui in Europa, prima di partecipare a Monuments Men?

Bill Murray: “Tutto ciò che sapevo di questa storia era quello che mi ha detto George. Sapevo che molte opere d’arte venivano rubate agli Ebrei soprattutto a Parigi, ma non sapevo dell’esistenza di un piano così ben studiato o che prima della guerra i nazisti avrebbero addirittura visitato i maggiori musei francesi, per individuare i migliori pezzi da portare via. E’ incredibile il numero di opere d’arte trafugate durante questo periodo: cinque milioni sono state ritrovate e riconsegnate dai Monuments Men, ma non c’è modo di sapere quante altre siano andate perdute o distrutte.”

Monuments Men: angeli custodi della cultura

Mr. Murray, siamo abituati a vederla in ruoli molto particolari, come ad esempio nei film di Wes Anderson, come ha affrontato invece questo ruolo un po’ più classico?

Bill Murray: “Mi piacerebbe molto parlare dei film di Wes Anderson, ma non sono riuscito a sentire la traduzione, cercherò quindi di immaginarmi la domanda: se andassi a cena con Wes Anderson sarebbe più divertente che andare a cena con George Clooney? George è una persona molto sana, mentre Wes mangia enormi quantità di cibo. Quando una persona mangia così tanto capisci che continuerà a girare all’infinito, perché quello che sta facendo è un dannato film artistico! George invece fa dei film riguardo l’arte, ma che rimangono dei film, e alla fine della giornata possiamo andare a bere insieme.

Una volta che la stampa ed il resto del cast si ricompone, si può procedere con la domanda successiva: Perché la scelta di creare una sceneggiatura dai toni goliardici un po’ in contraddizione con il tono da cronaca storica che ha invece il libro?

George Clooney: “Beh prima di tutto volevamo sicuramente mantenere quello spirito da film del periodo quale ad esempio la Grande Guerra, inoltre abbiamo anche pensato che Monuments Men fosse alla fine un film sull’arte e volevamo avvicinarlo il più possibile al pubblico. Non era nostra intenzione dare una lezione civica, ma al contrario il nostro obiettivo era che la gente potesse apprezzare il film e divertirsi. Inoltre è bastato mettere insieme questi ragazzi per avere in cambio qualcosa di naturalmente fuori dalle righe. Ovviamente ci siamo presi delle libertà nei dialoghi, senza però tralasciare l’accuratezza della storia e dei fatti narrati.”

Mr Leonidas, com’è stato interpretare l’unico Monuments Men ancora in vita?

Dimitri Leonidas: “Non ho incontrato Herry che dopo aver girato il film, ma lui è stato così gentile da scrivermi una lettera prima delle riprese ed ho anche avuto la fortuna di poter consultare la sua biografia, nella quale è descritta dettagliatamente la differenza di condizioni tra la Germania e gli Stati Uniti. Sapere che la persona che stai interpretando verrà a vedere il film aggiunge peso a quello che stai facendo, ma ti dà anche la spinta per cercare di essere il più fedele possibile.”

Cosa rispondereste alla domanda del film: vale la pena rischiare la vita per salvare un’ opera d’arte?

Matt Damon: “Questa è stata sicuramente una domanda difficile che ognuno dei Monuments Men deve aver affrontato e a cui deve aver risposto in modo affermativo. All’inizio del film vediamo questi cittadini milanesi lavorare tra le macerie per salvare il muro di una chiesa. Stamattina entrando a vedere L’Ultima Cena di Leonardo, ho pensato: ‘Ne è davvero valsa la pena.’ Ne varrebbe la pena.”

Bob Balaban: “Ricordiamo che questi uomini non sarebbero mai andati in guerra se non fosse stato per i Monuments Men. Erano uomini non addestrati, fisicamente poco prestanti e nella maggior parte dei casi anche troppo in là con gli anni. Eppure tutti questi esperti d’arte hanno deciso di lasciare la loro vita affermata, le loro famiglie, per combattere per salvare l’arte e la cultura occidentale che altrimenti alla fine sarebbe stata distrutta, come nei piani di Hitler.”

Cosa rappresenta per voi Monuments Men non solo come artisti, ma come uomini?

Matt Damon: “Per quanto mi riguarda, egoisticamente, è stato molto bello poter lavorare con il regista che volevo, ma penso di parlare a nome di tutti se dico che è stata una fantastica esperienza e che ci sentiamo fortunati per aver avuto la possibilità di raccontare questa storia.”

George Clooney: “Beh sappiamo che a Hollywood piace fare film sulla seconda guerra mondiale, lo facciamo da 70 anni. È stato bello avere una nuova storia da raccontare. Inoltre, non diteglielo, ma questi tizi sono i miei amici…ed è sempre bello andare a lavorare con degli amici. È stato divertente.”

Monuments Men: tutto il cast

Ci sono stati dei favoritismi nei confronti di Matt Damon visto che lui e George sono così tanto amici?

Bill Murray: “George in Monuments Men ha fatto lavorare Matt con Cate Blanchett che è un’attrice davvero brava. Di fianco a noi Matt sarebbe stato bello, bravo, affascinante, ma di fianco a lei…la recitazione di Matt appare scialba, non dice nulla. Insomma noi altri in questo momento potremmo considerare George un miglior amico di quanto non possa fare Matt, mi pare evidente. Voglio dire: se questa è l’amicizia, chi la vuole?”

Matt Damon: “Lavorare con amici ha sicuramente il pregio di poter essere onesti e dire le cose senza giri di parole. George mi faceva continuamente osservazioni sulla mia recitazione così…insomma ho decisamente imparato molta umiltà da questo film.”

George Clooney: “Scommetto che questa battuta sarà interpretata male e passerò per un bastardo.”

Matt Damon: “Ok, George non mi ha mai fatto nessuna osservazione.”
*ridono*

George Clooney: “Non ci sono lati negativi nel lavorare con degli amici, l’unico è che prima o poi dovrà finire.”

Oltre alla distruzione dell’arte c’è una colpa anche nell’incuria dell’arte? In particolare in Italia?

George Clooney: “Penso che in qualunque paese che soffra dal punto di vista economico, la prima cosa che soffre di conseguenza sia l’arte. Anche negli Stati Uniti non abbiamo l’insegnamento dell’educazione artistica, quindi non penso che sia sorprendete, ma che anzi questa sia destinata ad essere una storia infinita: chiaramente non abbiamo fatto nulla per proteggere l’arte a Baghdad e così quella parte di cultura è andata persa. Ciò che stava volutamente facendo Hitler non era solo rubare l’arte, ma distruggerla. Distruggeva i Salvador Dalì ed i Picasso perché voleva distruggere quella cultura, voleva non solo uccidere le persone, ma annientarle dal punto di vista storico, perché quella è la nostra storia. Prima che ci fosse la televisione ed i film c’erano i quadri alle pareti. Ed è grazie a quei quadri che conosciamo la nostra storia, da dove veniamo, e dobbiamo fare di tutto per proteggerli.”

Monumenta Men: al cinema dal 13 febbraio.

di Mara Telandro per Oggialcinema.net

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