Credit: M.H.Jones / The Open University
Per la seconda volta, un grande anello di polveri diffuse è stato confermato in prossimità dell'orbita di un pianeta del nostro Sistema Solare.
Non stiamo parlando dei maestosi anelli di ghiaccio di Urano, Giove e Saturno (per eccellenza!) ma di una sorta di coda di polveri, simile a quella studiata a fine 2010 dal telescopio Spitzer della NASA in prossimità della Terra.
Il Sistema Solare è disseminato di frammenti di comete e asteroidi, così quando il nostro pianeta orbita in questo spazio polveroso, trascina dietro a sé una scia.
Credit: Christopher Stark, GSFC
Ora, un anello simile è stato scoperto vicino a Venere: si estende per 220 milioni di chilometri ma è denso solo il 10 per cento di più rispetto allo spazio interplanetario.
Produce un bagliore noto come luce zodiacale, ossia una debole luminosità lungo l'eclittica, in particolare nelle vicinanze del Sole.
In base a quanto riportato sul sito space.com, Mark Jones, della Open University del Regno Unito, ha spiegato via mail:
"se potessimo osservarlo ad occhio nudo dalla Terra (cosa che ovviamente non possiamo fare perché è troppo debole) si estenderebbe a 45 gradi su entrambi i lati del Sole".
Credit: M.H. Jones / The Open University
Diverse missioni spaziali sovietiche, come Venera 9 e 10, avevano individuato tracce di un anello di polveri vicino a Venere ma senza alcuna prova definitiva. Così Jones e colleghi hanno cercato di confermare la scoperta.
Il team ha simulato l'anello nei pressi di Venere e il modo in cui avrebbe dovuto riflettere la luce; successivamente, ha sfruttato le immagini delle sonde STEREO (Solar TErrestrial RElations Observatory) della NASA, che studiano il Sole dal 2006, per individuare realmente l'anello.
La ricerca programmata, però, non ha mancato di riservare qualche sorpresa, mostrando un anello di polveri significativamente diverso rispetto a quello che si trova in prossimità dell'orbita terrestre.
La struttura di Venere mostra due componenti distinte: una interna all'orbita e l'altra esterna alla traiettoria del pianeta.
Questi anelli di polveri si dispongono in risonanza orbitale con i corpi principali, in questo caso la Terra o Venere, e nascono catturando il materiale dello spazio interplanetario.
Posso essere strutture longeve, a differenza della polvere che li compone che, invece, è soggetta ad un certo ricambio: il materiale rimane intrappolato nell'anello non più di 10.000 anni.
Così, anche se tali formazioni non ci raccontano molto sulle origini del nostro Sistema Solare, possono diventare un'arma in più per la ricerca di esopianeti.
Riferimenti:
- www.space.com/23683-giant-venus-dust-ring-nasa-stereo.html