Confessione o lapsus?

Creato il 10 agosto 2012 da Patuasia

Sul lepeuplevaldotain.it c’è un articolo interessante “Société civile ou politiciens déguisés?”che prova, se ce ne fosse ancora bisogno, come il regime unionista mal tolleri la società civile e veda in qualsiasi azione un complotto contro di esso (una fobia tipica di qualsiasi regime o dittatura). Secondo la tesi dell’anonimo giornalista (non c’è traccia di firma), molte associazioni sono in realtà degli escamotage formati da politici trombati, persone che, guarda caso, appartengono al centrosinistra. Ne elenca i nomi, fra cui trovo il mio, le varie elezioni che li hanno visti partecipi e traduce questo impegno come una insopportabile frustrazione. Così fastidiosa che per lenirla si è reso necessario, per tutti, trovare uno sbocco alternativo in comitati o associazioni. Dunque, secondo l’anonimo (che se la prende con i membri di queste sedicenti associazioni che pubblicano lettere senza firma), non può esistere partecipazione civile, se non coronata da successo e il successo non può che volgere in una poltrona ben retribuita. In caso contrario si è dei trombati. Questa è una tesi cara e già sostenuta da altri rappresentanti della maggioranza. Non sfiora a queste persone coccolate dal potere, dagli affari e dagli incarichi, che può esistere un altro modello umano che corrisponde a un’altra visione del mondo. Che lottare per un’idea non sia obbligatoriamente lottare per una poltrona, che partecipare alle elezioni possa essere un’esperienza vissuta come un semplice contributo. Io sapevo perfettamente che non sarei stata eletta, ma i miei centosessanta voti alle regionali hanno dato un apporto affinché Alpe avesse il suo quinto consigliere. L’idea della partecipazione democratica che hanno i nostri unionisti e relativi parassiti, è ben diversa: mi presento solo se ho la garanzia di un posto fisso per cinque anni oppure se mi offrono un posto in un consiglio di amministrazione o se assumono mio figlio o se concedono una consulenza a mio marito ecc ecc. In verità il succo del discorso tradisce una inconsapevole volontà di pentimento, infatti non è necessario essere così intelligenti per comprendere ciò che il lungo testo anonimo confessa e cioè che il bene comune esiste solo per essere arraffato dai più furbi. Tutti gli altri, tutti coloro che vogliono partecipare attivamente alle scelte sono solo dei perdenti. Trattasi di inconscia confessione o di insindacabile lapsus (che è poi la stessa cosa).