Confettura di ciliegie

Da Simplylalla
  • 2 kg di ciliegie
  • 400 gr di zucchero

Sto provando ad andare avanti con la scoperta del mondo delle marmellate, i suoi segreti, le sue tecniche e le sue caratteristiche; mi diverte troppo! Pensavo  fosse complicatissimo e laboriosissimo e mi sono resa conto che tutto sommato così non è. Certo, per non rischiare di buttare kili di frutta non ne faccio grandissime quantità, ma, mi sono resa conto che, una volta che si fa, vale la pena farne un pò di più
La mangiamo a casa, fette biscottate e marmellata resta la colazione standard di mio figlio.
Ho comprato un libro su marmellate e confetture per cominciare a  vedere l’orizzonte di questo mondo e ho scoperto la differenza fra i termini “marmellata” e “confettura” : nella prima la frutta è a pezzetti piccoli o passata; nella confettura invece la frutta è a grossi pezzi o, se piccola, intera.
Per la marmellata di ciliegie , laboriosa nell’eliminazione dei noccioli, propone due metodi:

  • eliminare  a monte i noccioli tagliando in due le ciliegie, raccoglierle in un tegame, coprirle con lo zucchero e lasciarle in infusione cper 6 /7 ore;
  • lasciare anche in questo caso in infusione con lo zucchero 6/7 ore le ciliegie dopo averle grossolanamente schiacciate con le mani, cuocerle dieci minuti quindi passarle nello schiacciapatate in modo da separare la polpa e raccogliere i noccioli dentro lo schiacciapatate.


Ho adottato questo secondo sistema ma vi assicuro che il gioco non vale la candela: a parte che serve un pò di forza nell’uso dello schiacciapatate, ma tanto poi uno ad uno vanno comunque tolti i noccioli e i primi bruciano non poco ; bisogna mettere poche ciliegie alla volta altrimenti non si schiacciano e…occhio agli schizzi in ogni direzione della cucina e sui vestiti da cui poi è difficile eliminare la macchia.
Fatto questo passaggio, rimettete la polpa nel tegame, fate prendere bollore e lasciate cuocere scoperto per 20 – 30 minuti;

la macerazione iniziale non obbliga al rimescolamento continuo, dice il libro, la marmellata non si attacca sul fondo ed infatti così è; non ne afferro il motivo , ma prendetelo per buono.
L’unica accortezza è di schiumare via via , nei primi minuti di cottura, con l’aiuto di una mescola forata.

Il punto giusto di cottura anche in questo caso è la prova positiva del piattino: versata una goccia di marmellata su di un piattino non si deve muovere e la sua superficie si riveste quasi subito di una sottile pellicola trasparente.
A questo punto versare la marmellata ancora bollente nei vasetti già sterilizzati senza riempirli completamente e stando attenti a non lasciare residui sui bordi; chiudere i barattoli e tenerli capovolti sino a quando non saranno completamente raffreddati; quando li rigirerete , se tutto è stato fatto correttamente sentirete il classico “sclac” del sottovuoto che si è formato.
Conservate i barattoli in luogo fresco e non alla luce diretta e, sempre sul libro è scritto, andrebbe consumata dopo 30 giorni di riposo.

Girovagando fra i vari blog in rete ho visto che Donatella di Fiordirosmarino e Serena di Sfizi e Vizi si divertono come me a fare marmellate:..che ne pensate del metodo dello schiacciapatate? E del far precedere la macerazione con lo zucchero?


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