Confettura di uva, melone e frutti gialli al Porto

Da Jo
Ho comprato circa 3 kg di uva confezionata in un bel cestino che solo in superficie, sul primo strato, era pizzutella, il resto era normale uva regina.
Un po' scornata, la regina ha qualche semino di troppo, non potevo fare altro che riciclarla in confettura. Lavoro per lavoro ho mescolato un meloncino retato, probabilmente l'ultimo della stagione, pesche nettarine gialle e qualche prugna sempre gialla, aromatizzando tutto con un bicchiere di Porto white, aggiunto a fine cottura.
Ultimi sprazzi di stagione per ingabbiare il colore del sole in barattoli da aprire quando le temperature saranno sotto zero.
In tutto la frutta pulita pesava 2,5 kg, cui ho aggiunto 900 g di zucchero. Cerco di stare sempre al di sotto della soglia consigliata, le confetture in questo modo mantengono il sapore della frutta con cui sono fatte e facendole bollire su fiamma molto alta i tempi si accorciano, in più risultano anche di un bel colore vivace.
Sto facendo esperimenti per fare torte con la confettura nell'impasto. Dopo vari tentativi non soddisfacenti, ho raggiunto lo scopo reinventando la torta con la crema di marroni. Domenica prossima troverete la ricetta.
-ricetta-
1100 g uva bianca pulita
650 g pesche nettarine pulite
500 g melone pulito
250 g prugne gialle pulite
900 g zucchero
100 ml Porto bianco
succo di un limone
Il lavoro più complesso è pulire l'uva, divido l'acino in 4 e tolgo tutti i vinaccioli, per le pesche elimino la buccia e il nocciolo, privo le prugne del nocciolino e dal melone ricavo fettine.
Taglio tutto a pezzetti piccolissimi.
Metto tutta la frutta nella pentola e verso lo zucchero. Mescolo e faccio riposare qualche ora, anche una notte, coperto.
La mattina porto sul fuoco a fiamma alta, quando inizia a bollire mescolo per eliminare la schiuma e continuo la cottura, mescolando, per circa 20'. A questo punto aggiungo il Porto, lo faccio assorbire, verso il succo di limone, proseguo la cottura per 2' quindi spengo. Dovrebbe essere pronta.
La invaso caldissima in barattoli puliti che tappo capovolgendoli. Quando sono freddi li rigiro, li etichetto e li porto in cantina, al buio e al fresco.