Poi c'è l'ampio e variegato comparto delle industrie varie, che comprende quelle grafiche e cartotecniche, tessile e calzature, legno e materiali da costruzione: indici in rialzo seppur negativi rispetto a tre mesi fa, con produzione positiva. Permangono invece critici i dati del ritardo negli incassi, sempre elevato, mentre il portafoglio ordini a breve termine è in leggera crescita. In sintesi, nel complesso, l'indice di previsione dell'occupazione è negativo a -11 (era -14 lo scorso trimestre, e a +2 un anno fa), l'indicatore della produzione è a -4 (era -20 tre mesi fa e +23 un anno fa). Gli ordini totali risalgono ma sono negativi a -3 (erano a -12 tre mesi fa e a +16 un anno fa). Sono positivi e rialzo a +13 gli ordini export (erano a +8 tre mesi fa e a +16 un anno fa). La previsione di ricorso alla cassa integrazione è segnalata dal 22% degli imprenditori (erano il 17% tre mesi fa e il 12% un anno fa) e la maggioranza degli intervistati (il 75%) prevede invariata l'occupazione. Il grado di utilizzo degli impianti è elevato al 67% della capacità (era il 72% tre mesi fa), e la propensione ad investire, per ampliare o sostituire impianti, è dichiarata dal 59% degli intervistati (era il 61% tre mesi fa). Il ritardo negli incassi è segnalato dal 67% degli intervistati (era il 72% lo scorso trimestre), mentre il 65% ha lavoro per più di un mese (era il 60%).
Il direttore, Fabrizio Riva, ha così commentato i dati recenti: "In uno scenario nazionale in cui la produzione industriale continua a scendere, insieme agli ordini interni, come ci confermano i dati del Centro Studi Confindustria, registriamo qualche progresso nelle commesse dall'estero e l'export tiene, pur perdendo slancio sui mercati extra-UE. Per noi, per la nostra provincia, questa tenuta dell'estero è particolarmente significativa, e non da oggi, e possiamo infatti arrivare a parlare di traino estero all'economia locale. La nostra indagine congiunturale, poco variata nelle previsioni rispetto allo scorso trimestre, ci allinea, tuttavia, nel complesso, all'andamento sia regionale che nazionale, e riflette la sostanziale debolezza dell'Eurozona, nella quale i mercati non vedono negli impegni europei le decise misure necessarie, mentre lo scenario globale è in crescita, seppure ancora all'insegna dell'incertezza".