Confindustria Radio Tv: ''Con pirateria a rischio 20 mila posti''

Creato il 29 gennaio 2014 da Digitalsat

«I danni per la pirateria ammontano a circa tre miliardi in tre anni, metà per l'utilizzo illegale di contenuti audiovisivi e metà di software. Sono a rischio in tre anni 20mila posti di lavoro». L'allarme è stato lanciato dal presidente di Confindustria Radio Tv, Rodolfo De Laurentiis, nel corso di un convengo sulla tutela del copyright.
De Laurentiis, esprimendo il suo apprezzamento nei confronti del regolamento sul copyright varato dall'Agcom, ha reso noto che «in Italia il tasso di pirateria è del 48% contro una media europea del 33% ed una mondiale del 45%. In Italia uno studente su tre pensa che la pirateria non provochi alcun danno». De Laurentiis ha anche ricordato che «con i nuovi terminali mobili c'è stata un'impennata dello streaming. Il 37% degli utenti fa streaming illegale».

Il presidente di Confindustria Radio Tv ha ricordato che molta dell'offerta illegale transita attraverso i risultati dei motori di ricerca, un mercato nel quale Google detiene una quota superiore all'80%.

«Nonostante le concessione - ha aggiunto - non possiamo dire che sia stato fatto abbastanza per eliminare i file pirata dalle indicizzazioni». «La tutela del copyright - ha detto ancora - è una missione di interesse generale. Il regolamento dell'Agcom va nella giusta direzione e opera nel rispetto delle libertà. Non sono d'accordo con le mistificazioni secondo cui la tutela del copyright finisca con il limitare la libertà».«Non possiamo che vedere con favore l'iniziativa Agcom, che ha profuso uno sforzo rilevante di tenere conto di esigenze contrapposte. La Rai apprezza la volontà di reprimere le violazioni palesi del copyright e lo sforzo educativo, a favore del quale abbiamo già dato la nostra disponibilità».

Lo ha detto il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola.

«Non possiamo nascondere però alcune preoccupazioni - ha proseguito -. La previsione nel regolamento della possibilità di attivare un procedimento nei confronti dei fornitori di contenuti come la Rai ci sembra poco in linea con l'intento dell'Agcom di combattere la pirateria. Le modalità di acquisto dei contenuti che ha la Rai impedisce la possibilità di violazioni volontarie del copyright».

«Speriamo che l'industria ci segua nel nostro lavoro in difesa del copyright, accorciando ad esempio le finestre di distribuzione dei film e comprimendo così una delle giustificazioni di chi fa uso di contenuti illegalmente».

Lo ha detto il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, ricordando che

«il regolamento sul copyright varato dall'Autorità persegue cinque principi, tra cui «la necessità di educare alla legalità e promuovere un'offerta legale a condizioni accettabili. Il 2013, grazie a queste offerte - ha proseguito - è stato il primo anno dopo un lungo periodo di crescita della vendita di musica. Il regolamento è una sintesi tra gli interessi in gioco ed è uno strumento per contribuire allo sviluppo della legalità con un intervento amministrativo rapido, ma allo stesso tempo garantista, perchè conserva il ricorso alla giurisdizione ordinaria». «Il Parlamento non ha bisogno che l'Agcom si faccia da parte per legiferare - ha proseguito -. Il Parlamento è sovrano. Varando il regolamento sul copyright, non abbiamo compromesso la possibilità del Parlamento di svolgere la sua azione legislativa. La giovane età di alcuni parlamentari che ci hanno mosso critiche forse li esime da conoscenze costituzionali, ma mi aspettavo di più».


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