«Occorre tuttavia - ha proseguito De Laurentiis - definire azioni concrete di contrasto all'evasione del canone per garantire efficienza al servizio pubblico, guardando anche ai risultati raggiunti in altri Paesi europei. A questo proposito dobbiamo rilevare che il recente tentativo di recupero di risorse pubbliche a sostegno del sistema televisivo locale (oggi impegnato in una vera e propria lotta per la sopravvivenza) attraverso l'inserimento nel canone, non può rappresentare un approccio strutturale. Riteniamo piuttosto necessario pensare ad un provvedimento quadro di politica industriale che investa nel comparto per superare la problematica qualitativa e dimensionale che lo affligge».
«Il nuovo quadro - ha detto ancora De Laurentiis - richiede il superamento, di regole (e di asimmetrie) basate su presupposti risalenti a quando la televisione era «l'unico schermo» capace di veicolare immagini nelle case degli spettatori, la radio l'unica fonte sonora: oggi smartphone, PC, tablet, consolle si aggiungono alla visione domestica e in mobilità, incidendo sui diritti, i target, le risorse. Solo così si potrà effettivamente parlare di un level playing field, di un (comune) livellato campo di gara. È quindi auspicabile che venga adottato l'approccio in cui i principi di neutralità tecnologica della Rete e di parità delle condizioni concorrenziali mantengano centralità nella definizione delle politiche, anche regolatorie».