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Confindustria RadioTv, sì a investimenti ma a partità di condizioni

Creato il 03 luglio 2014 da Nicola933
di Ciro Scognamiglio Confindustria RadioTv, sì a investimenti ma a partità di condizioni - 3 luglio 2014

tvlocali-300x196Di Ciro Scognamiglio. Secondo i numeri dell’Osservatorio Crtv è pari a 9,5 miliardi di fatturato il valore dell’industria radiotelevisiva che dà lavoro a 30.000 addetti diretti, oltre a circa 90.000 nell’indotto. Come indicato, oggi, dal presidente di Confindustria Radiotv, Rodolfo De Laurentiis, nel corso dell’audizione in commissione Trasporti alla Camera, negli ultimi 4 anni ammontano ad oltre 2 miliardi gli investimenti della Tv nella produzione indipendente. Nelle Tv nazionali 1 dipendente su 10 è un giornalista mentre nelle Tv locali lo è 1 su 3. Sono 192 i canali/servizi nazionali pubblicati da Auditel relativamente a 33 editori, 500 le emittenti locali (commerciali e comunitarie), 3126 i programmi trasmessi dalle Tv commerciali locali, 929 le emittenti radiofoniche locali con 1.167 marchi trasmessi.

Parità di condizioni con i nuovi entranti per permettere alle imprese dell’audiovisivo di continuare a fare investimenti. È la richiesta di un ‘level playing field’ con i nuovi competitor che si sono affacciati sul mercato dei contenuti quella che giunge da Confindustria Radiotv nel corso di un’audizione in commissione Trasporti alla Camera.

Quello radiotelevisivo «è un settore oggi senz’altro caratterizzato da una certa difficoltà economica, come peraltro l’intero sistema economico nazionale, ma che continua sempre – ha detto il presidente di Confindustria Radiotv – a guardare positivamente alle potenzialità di crescita ed al possibile contributo dell’industria televisiva al Sistema Paese, reclamando per questo una regolamentazione che incentivi a investire».

De Laurentiis, infine ha sottolineato che «la banda a 700 Mhz non pare nè adeguata nè necessaria al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale europea e, in subordine, alla creazione di reti che garantiscano le condizioni tecniche ed economiche migliori per l’accesso diffuso alla connettività a larga banda». E ha indicato tra le priorità anche «una complessiva riforma del sistema radio televisivo che, per quanto riguarda il settore delle Tv locali, punti alla sostenibilità delle aziende», premiando tra l’altro «la capacità d’impresa» e un assetto normativo «più moderno» per tutto il sistema radiofonico.


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