Confrontation, atto secondo - Provato - PC

Creato il 26 luglio 2013 da Intrattenimento

Tattica e gioco di ruolo per Cyanide, che a breve riporterà il wargame Confrontation sui nostri monitor

Nel corso degli ultimi anni, il team francese Cyanide si è dimostrato in grado di passare senza troppe remore da un genere videoludico all'altro, effettuando con i propri titoli salti spesso repentini tra tipologie nettamente diverse di giochi. Nonostante questo sia un coraggio a cui va senza dubbio dato merito, i risultati sono stati purtroppo altalenanti, divisi tra il portare avanti una serie estremamente di nicchia e di discreto successo come Pro Cycling Manager, e il seguire in modo parallelo altri progetti che nulla c'entrano con il manageriale ciclistico. Alcuni esempi sono l'accoppiata di titoli dedicati a Game of Thrones, un po' sottotono per la proprietà intellettuale di cui godevano, e Aarklash Legacy, gioco al quale arriviamo oggi grazie ad una versione preview e in vista dell'uscita programmata per settembre. Per lo studio d'oltralpe, si tratta in realtà di un ritorno all'interno dell'universo di Confrontation, gioco di miniature creato dalla connazionale Rackham, a cui Cyanide ha già dedicato un videogioco, che ne porta lo stesso nome, durante il 2012. Dopo aver diviso i pareri della critica col risultato finale di un annetto e mezzo fa, dalle parti di Parigi non si sono persi d'animo e hanno deciso di tornare nuovamente alla carica con Aarklash Legacy. Andiamo a vedere cosa ci aspetta, con la volontà soprattutto di capire se ci saranno le potenzialità per rivedere quanto di buono riscontrato in Confrontation, possibilmente senza i problemi che quest'ultimo si portava dietro.

C’erano una volta una maga, un goblin e un lupo

L'ambientazione di Confrontation è di tipo fantasy abbastanza classico. Quello che è conosciuto come l'universo di Aarklash trova nella magia una delle sue componenti principali, senza dimenticare la forza bruta a cui possono ricorrere i guerrieri più potenti. Sullo sfondo di un'interminabile guerra tra due fazioni nemiche opera la cosiddetta gilda dei Goldmonger, una specie di banca di cui le forze in lotta si servono per finanziare le loro operazioni. Per il recupero crediti, a sua volta la gilda ricorre a un gruppo di soldati mercenari, conosciuto col nome di Wheel Swords, legalmente riconosciuto e inviato presso gli insolventi per prelevare risarcimenti di vario tipo, principalmente manufatti quando non c'è moneta sonante. È proprio in una di queste situazioni che facciamo la nostra conoscenza col party con cui Cyanide ha deciso di farci iniziare il gioco, composto da un gruppo abbastanza classico di 4 personaggi: la prima, nonché capo del gruppo, è Nella, una maga in grado di attaccare e allo stesso tempo curare con discreta efficienza i propri compagni; il secondo è Denzil, il classico ladro abile nell'infliggere danni elevati nel combattimento ravvicinato; il terzo è Wendaroo, personaggio dotato di una principale funzione da curatore senza disdegnare la lotta corpo a corpo; il quarto è infine Knokka, classico tank che può però procurare anche discreti dolori ai nemici. A queste figure appena descritte, nel corso dell'avventura andranno ad aggiungersi altri 4 personaggi, naturalmente con caratteristiche diverse da quelle del quartetto iniziale. Aarklash: Legacy - Video sulla maga Nella

La tattica è tutto

Al di là della trama e dei personaggi di Aarklash: Legacy, che avremo modo di approfondire in futuro, la componente principale del gioco è costituita dai combattimenti. La scelta di Cyanide è stata quella di puntare fortemente sull'aspetto tattico degli scontri, rendendo indispensabile una pianificazione con estrema cura delle mosse effettuate dai personaggi che si controllano, in quanto anche una sola scelta sbagliata può compromettere un'intera battaglia, anche al predefinito livello medio di difficoltà. In uno scenario del genere, appare più che sensata la decisione di implementare un sistema di pausa automatica, che si attiva ogni volta che si avvista un nemico, per permettere al giocatore di valutare con attenzione il da farsi. In questo frangente è possibile anche ordinare ai componenti del gruppo una serie di azioni da intraprendere, per esempio spostandosi verso un determinato punto della mappa prima di attivare un buff o un attacco speciale. La pausa può essere poi riattivata durante il combattimento, con la pressione della barra spaziatrice. Proprio per dare alla componente tattica maggiore risalto, durante la pausa si può anche dare un'occhiata a quella che è una specie di carta personaggio dell'avversario che ci troviamo a combattere, con tanto di abilità speciali e buff (o debuff) attivi su di esso. Mentre la complessità delle battaglie offre un giusto mix di elementi che non sembra sfociare mai in frustrazione, è forse da rivedere il sistema di salvataggio automatico, un po' troppo dilatato tra un save e l'altro in rapporto al rischio di sconfitta a cui si può andare incontro. Se le scelte in battaglia sono cruciali, importanti sono anche quelle relative all'equipaggiamento dei membri del party, personalizzabile attraverso gli oggetti ottenuti in modo classico dal loot dei nemici sconfitti. Le uniche possibilità, tuttavia, riguardano pezzi di armatura e accessori da indossare, lasciando che ogni personaggio abbia quindi il proprio armamento a fare da decorazione visiva per tutta quanta l'avventura. In una componente ruolistica che si rispetti non può mancare un sistema di crescita dei personaggi, anche in questo caso rappresentato dal classico accumulo di punti esperienza. Ogni nuovo livello ci permette d'investire punti nello skill tree associato al singolo personaggio, dove è solo possibile migliorare le quattro abilità speciali già esistenti, potenziandole e aggiungendo effetti senza però poterne acquisire di nuove. Apprezzabile la presenza di una serie di bonus da sbloccare e attivare affianco al percorso principale seguito dall'avventura, come forzieri più o meno nascosti o combattimenti non determinanti per il prosieguo della trama, ma particolarmente impegnativi e altrettanto remunerativi in termini di loot.

C'è vita su Aarklash

Anche dal punto di vista stilistico e tecnico, il lavoro fatto da Cyanide per riprodurre in Aarklash: Legacy l'universo di Confrontation si è dimostrato piuttosto apprezzabile già nella versione non definitiva da noi provata. La visuale isometrica, classica del genere, ci consente di apprezzare come i vari personaggi sono ritratti in modo piuttosto dettagliato, così come del resto il mondo in cui si ritrovano a muovere i loro passi. Gli effetti delle magie sono piuttosto puliti e belli da vedere, mentre la scelta di usare anche per le scene d'intermezzo lo stesso motore del gioco sembra indovinata nel dare continuità all'azione. Il doppiaggio, in lingua inglese, si dimostra al di sopra della media, soprattutto con personaggi un po' particolari come Wendaroo, una specie di cane-lupo che spesso ringhia mentre parla. In sintesi, possiamo affermare di essere rimasti piacevolmente colpiti da questo Aarklash: Legacy, che rispondendo alle nostre domande d'inizio articolo dimostra di avere le potenzialità per dare agli amanti dei generi un valido passatempo, pur senza tuttavia aggiungere nulla di nuovo.


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